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4 ottobre 2023 3 04 /10 /ottobre /2023 16:53

Mi piacerebbe...

Arrivare nel tuo ufficio un minuto prima di te e nascondermi sotto la tua scrivania, arriveresti talmente trafelata di corsa e incasinata che non ti accorgeresti di nulla, via sulla sedia accendere il pc, rispondere alle varie chiamate, , sbrigare i vari casini che dal giorno prima si sono  accumulati. Resterei li buono buono in attesa che qualche chiamata ti impegni particolarmente... Solo allora, quando sarai impegnata a dare spiegazioni e mantenere la calma per le eventuali complicazioni, che inizierei a muovermi furtivo... Per fortuna hai la gonna  e posso iniziare a far scorrere la punta delle dita  lungo le tue cosce nude.. Mi senti, sobbalzaresti un attimo ma senza perdere il controllo. Le sentiresti calde e morbide scivolare sopra i polpacci e su lungo l'interno coscia  ma solo  lambendo tua gonna.. Solo pelle.... Solo carne... Le gambe che istintivamente iniziano ad aprirsi anche  contro la tua volontà... Ogni volta che le mie dita sfiorano i tuoi slip ti mordi le labbra ti sforzi di tenerle chiuse e di continuare a mantenere un contegno professionale...  Ma non c'è la fai... i tuoi slip ti tradiscono... Iniziando a diventare scuri... Inzuppati...fradici...  Tenti di accavallare le gambe scostandoti un po dal tavolo ma te lo impedisco, ti fermo le caviglie e ti trascino verso di me con le gambe aperte... E continuo ad accarezzarti ma ora le dita si insinuano sotto il pizzo... Tremi,  sono più fredde del previsto...  Sobbalzi di nuovo, il tuo interlocutore se ne accorge e ti domanda... Balbetti una scusa qualsiasi mentre mi molli un paio di calcioni.. Ma non demordo mi fermo solo un paio di secondi per poi scivolare di nuovo con entrambe le mani partendo dalle ginocchia lungo tutto l'interno delle cosce fino ad arrivare alla mia meta ma stavolta le mani sono tutte e due...  Le carezze arrivano da tutte e dieci le dita... Ti contrai, ti contorci facendo uno strano balletto sulla tua sedia... Chi ti siede accanto  ti vede diventare paonazza, ti vede distratta, imbarazzata ma tu continui a sforzarti di sembrare calma e rilassata... dentro stai impazzendo... Ormai hai bagnato anche la poltrona.. E sgoccioli a terra... E non mi basta ancora ...  Un brivido... Qualcosa di freddo ora ti sfiora la pelle e si insinua tra le cosce... Sempre più vicino sempre più a fondo..  Un nuovo sussulto quando ti rendi conto che dalla scrivania mancano le forbici... Le riconosci , senti la lama gelida infilarsi dietro il tuo pizzo e quella strana vibrazione del tessuto che viene morso dall'unione delle due lame ti arriva dal basso, ti sfiora i capezzoli e sale su dritto al cervello... Un ultimo guizzo.. Un ultimo brivido e sei senza biancheria... Senza più protezioni... Gonfia, aperta, grondante...  Si sente il tuo pulsare, stringere e lasciare... Ormai sei quasi scivolata sotto la scrivania... Rossa in viso... Le labbra gonfie... Un mugolio strozzato quando la punta delle dita iniziano a scivolare in mezzo alle labbra inperlate di piacere... Quel rumore di carne mista a liquido che si incontrano ma è ancora solo la punta delle dita... Cosa succederà quando inizierò a riempirti? Riuscirai a trattenerti? Riuscirai a resistere?

Lungo tutto il solco tra le labbra, continuo a muovermi lentamente lungo tutto il solco che continua a grondare copioso...  Qualche volta dentro... Qualche volta intorno ma sempre una carezza leggera quasi impercettibile mentre vorresti sentirti piena... Mentre vorresti sentirle scivolare dentro di colpo, lentamente, con delicatezza, con forza, non importa ma dentro... Un dito, due dita, tutta la mano... Non importa ma aperta..  Hai fame.. Fame di quella sensazione di pienezza... Ormai sei tu che spingi il bacino contro le mie mani... Non sfuggì più... Non resisti più...  Tenti ancora con qualche calcio ma non sono più così decisi... Ormai non sembra  più i chiedano di allontanarmi ma semplicemente di aspettare... "lasciami in pace un secondo... Un solo attimo, ti prego" 

non me ne curo... 

Per punirti inizio a scivolarti dentro con tutte le dita ma solo con la prima falange..  Ormai non ti carezzo più, inizio ad aprirti, ad allargare le labbra per arrivare al clitoride con due dita mentre le altre si insinuano dentro esplorandoti, aprendoti,scavando un po dentro di te...  Stai praticamente sbavando con tutto quello che puoi... Il pensiero del cazzo è l'unica immagine che ti rimbalza in testa, fai fatica a non usarla come parola lì su, nel tuo dialogo professionale...  Cazzo... Cazzo... Solo cazzo.. Pensi ormai solo al cazzo... A succhiarlo ad accarezzarlo a infilartelo dentro ovunque... Ovunque...  Basta che sia dentro di te.  Finalmente un'idea...  Per uscire da questa situazione... "scusate un attimo? Dovrei andare in bagno...  Possiamo continuare  più tardi?"  è l'escamotage che hai trovato...  

Io sotto sorrido di sottecchi e ti lascio fare... Le persone sedute vicino a te  trovano finalmente un motivo a quella tua apparente stranezza, si rilassano tornando a concentrarsi sul loro lavoro…così almeno hai tamponato fino alla pausa pranzo.. Ma mancano ancora più di quaranta minuti e sai già saranno lunghissimi… 

 

Ti alzi dalla sedia, può per confermare il tuo bisogno di andare in bagno che per una reale necessità… Quindi in bagno ci vai ma non vorresti staccarti da quella poltrona e poi io sono ancora lì sotto…  Mentre ti dirigi verso il bagno pensi…  pensi ad un modo per tracinarmi in bagno o un'altra qualsiasi alternativa per riuscire a farti scopare li… Ma come fare. 

 

Le pensi veramente tutte, addirittura per un attimo passando davanti all’anti incendio immagino cosa potrebbe accadere se rompesse qurl vetro facendo scattare l'allarme in tutto il palazzo… L’idea e talmente folle che ci pensi su anche qualche secondo prima di renderti conto che verrebbe giù un casino…  sorridi di sottecchi mentre raggiungi il bagno delle signore senza una soluzione attuabile;

entrata ti chiudi dentro uno dei vari box, ancora frastornata da quello che ti sta accadendo sotto la scrivania e tra le gambe, ti siedi sul water ancora cercando una soluzione ma mentre lo fai in una frazione di secondo ti torna in mente che sotto la gonna sei praticamente nuda, i brandelli degli slip ti carezza o in maniera quasi impercettibile ed è a quel punto che la ricerca di una soluzione si trasforma in una strana provocazione nei miei confronti… pensi che se è vero che tu non puoi scivolare sotto la scrivania e anche vero che io non posso uscirne ma sopratutto dovrò stare in silenzioscosti la sedia di colpo... Ti guardi tra le gambe.. Dei brandelli di slip non ti importa...  Noti però con orgoglio la macchia che hai lasciato sulla poltrona...  Per vederla hai dovuto aprire le gambe e in un'attimo ti ricordi della voglia/ sensazione che avevi nello strusciarle una contro l'altra... Le richiudi di scatto mordenditi le labbra... "esci..." mi intimi....  Ma mentre sono ancora chino sotto la scrivania ti fai avanti di colpo lasciando che la tua fica arrivi proprio contro il mio viso... Contro la mia bocca. Ora puoi essere oscena come hai sempre sognato... Le cosce aperte, tu che resti comunque un po distante dalla scrivania... Vuoi "guardarti" in quel posto... Quel ruolo..

Chissà quante volte nel tempo ti sarà capitato di scoprirti eccitata mentre eri al lavoro... Un immagine, un pensiero che ti attraversa la testa... La voglia di toccarti con forza o delicatezza... Il desiderio di spalancare le gambe e sentirti piena...  La voglia di fregartene di chi hai intorno, abbassarti il reggiseno e succhiare... Li con decine di persone, tu con un cazzo in bocca o la fica aperta...  Ora puoi realizzarlo e lo fai... Mi sbatti la fica in faccia prendendomi per la testa...

Spingi la mia bocca contro di te... O te contro la mia bocca...

"Lecca.. Ti prego lecca..." finalmente la senti... Finalmente l'avverti... Morbida, calda, bagnata...  Si insinua, scivola, succhia...  Ti riempe... ti accarezza...   Ti sbatte contro...  Spingi sempre di più... Ormai hai entrambe le mani dietro la mia nuca, quasi mi soffochi... Vorresti che la mia lingua fosse infinita...
Ti lecco con voracità...  Ho tutta la bocca aperta contro la tua fica gonfia...  Lo sento... Stai per esplodere... Stai per venirmi in bocca... È l'idea mi inebria... Più tu sussulti più io cerco le zone più sensibili dove leccarti.... Più tu ti ritrai più io continuo a leccarti li dove sei più inerme... Esplodi si.. Esplodi letteralmente sulla mia faccia... Le gambe si tendono... La carne inizia a pulsare all'impazzata... Una tua mano si stacca dalla mia nuca e ti copre la bocca...  La morde, la chiude per evitare che il tuo grido si senta ... Che arrivi alle orecchie di chi non sa cosa sta avvenendo lì dentro...   Reclini di colpo la testa indietro mentre una serie di brividi ti attraversano e la tua fica si contrae ritmicamente ... Ma la mia lingua non si ferma.. Continua.. Continua... Imperterrita e il primo orgasmo viene incalzato subito da un'altro ancora più intenso... Ancora più violento...  Ti tremano anche le gambe ora...
Uno.. Due.. Tre brividi violenti... La tua fica sembra colare e contrarsi all'infinito... Mentre ti manca il respiro e la mano che tieni sulla bocca trattiene a fatica i gridi che senti scoppiarti dentro...  E bello alzare un po lo sguardo e vederti così... Scompigliata.. Sconvolta.... Affamata...
Lentamente ritorni leggermente in te...  Sorridi guardandoti intorno... Realizzando con gusto dove ti trovi... In quale posto e in che  modo sei venuta... Ma... Ma ora lo vuoi... Ora lo vuoi dentro...

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13 gennaio 2016 3 13 /01 /gennaio /2016 13:30
Tango 2 parte

Chi resta a ballare fino a quell'ora aspetta questo momento magico, intimo, carico di quella tensione e sensualità che i più non sono ancora disposti a vivere. Chiunque si affacciasse ora nella sala dall'esterno, dal mondo reale, resterebbe forse un po’ titubante, faticherebbe a scorgere quelle ombre scure fluttuare tra le fioche luci. Ma loro no. Loro ormai fanno parte di quella penombra, fanno parte di quella dimensione parallela.

Dopo averla osservata, torna ad abbracciarla in un modo che lei non aveva mai provato in vita sua. Inizia a muoversi sulle note di un nuovo tango con passi lunghi…lenti… appassionati. Ma qualcosa sembra esser cambiato radicalmente.

Lei non ha più peso, le sue gambe si muovono leggere sfiorando il pavimento sotto di loro. I volei, gli ocho, le sgambate diventano semplici e immediati come se la forza di gravità non la riguardasse più, come se l’equilibrio non la riguardasse più.

Si sente inebriata dall’energia con che la sostiene, energia che la slancia. Si lancia in movimenti sinuosi e abbellimenti sensuali, rispondendo a lui con tutta la sua voglia di sentirsi femmina, desiderabile, spregiudicata.

Lo sente scivolare tra le sue gambe ad ogni passo; gli stessi ballati fino ad ora assumono un sapore completamente diverso. Mille aromi diversi, mille brividi le arrivano al cervello da ogni punto di contatto con lui: lo sfioramento di una coscia, il passeggiare della mano sulla schiena nuda, la stoffa della gonna che la carezza con ogni adorno, il contatto con la barba incolta sulla sua guancia…

Respira profondamente l’odore di legno e sudore che sale dal collo della sua camicia. Ormai e persa in quell’abbraccio, completamente libera di essere, libera dall’impegno di restare cosciente per mantenere l’equilibrio, scegliere gli adorni, intuire i segnali di cambi di direzione. Ora è come se il suo corpo aderisse perfettamente a quello di lui; a ogni movimento di quell’uomo corrisponde lo stesso movimento di lei. Ora può perdersi in quel triangolo di pelle rivelata dalla camicia leggermente aperta, può lanciarsi in occhiate clandestine quando la camicia si alza, cercando di scorgere più pelle possibile.

Si sente ubriaca, stordita…e felice di quello stato. E consapevole che le carezze, l’abbraccio, la musica siano le stesse di quel suo unico “sì,” ma adesso è come se non si limitassero a sfiorare la sua pelle ma scendessero a fondo, fino alla carne, ai muscoli, alle ossa…alla sua anima tutta… facendola vibrare.

Il suo è stato un gesto folle… chiederle “sì o no” è stato l’ultimo tentativo di imbrigliare quella carica erotica che da troppo tempo cercava di far uscire. Nessuna delle donne che aveva invitato fino ad oggi le aveva mai suscitato quelle emozioni, nessuna delle donne con cui aveva ballato fino ad ora gli si era appoggiata sull’anima.

Non c’era dubbio, era lei. Tutto sembrava confermarlo: il suo arrivo discreto, le luci che pian piano si sono abbassate mentre attendeva il momento giusto, la pista che andava svuotandosi, le musiche perfette, la sua istintiva sensualità, il fatto che abbia accettato il suo invito… tutto gli sussurrava che era lei.

Ormai l’ambiente è quasi avvolto nel buio, la gente sembra fatta di ombra. Lui riflette ancora che doveva chiederglielo, doveva avere una sua se pur incosciente approvazione per lanciarsi in quella follia…

Ora la stringe a se con movimenti decisi, coinvolgenti. La musica sembra sostenerli e indirizzarli verso il passo successivo, indicandogli intensità e lunghezza di ogni singolo passo, di ogni singola figura. Sente il profumo dei suoi capelli, il suo respiro sul collo, intuisce l’effetto di ogni singola pressione sul corpo di lei dal modificarsi quasi impercettibile di quel respiro. Sente il cuore di lei pulsargli contro il petto e il suo rispondere di conseguenza…una sensazione bellissima di essere accolti, desiderati, fonte di protezione per quell’essere dolce e sensuale che ora stringe tra le sue braccia.

Il suo abbraccio si fa più avvolgente, anche audace in alcuni momenti. Sente la sua schiena sulla mano, sente la sua pelle liscia nei tratti in cui il vestito la lascia scoperta. Sfiora per un attimo il suo seno nudo sotto il vestito durante un abbraccio profondo… Forse non voleva farlo ed è capitato - oppure ha cercato quel fugace, irrispettoso contatto, osceno per una milonga? Un vero gentiluomo non fa certe cose. Un vero gentiluomo rispetta e protegge la sua donna in milonga. Ma era questa la vera essenza di quella domanda posta a bruciapelo, lo sanno entrambi: lei glielo ha già concesso il permesso di non essere più un gentiluomo.

Era già autorizzato dal ballo ad accarezzarla continuamente, a farla sentire accolta e protetta, ma ora il suo si lo autorizza a molto di più…lo autorizza a farla vibrare, a farla volare.

Ora i corpi sono uno contro l’altro, solo le gambe si muovono. Dall’inguine su sono un tutt’uno, ogni movimento proposto e accettato è una lunga carezza fatta con ogni lembo di pelle disponibile.

Il respiro di lei si fa più caldo, intenso. La serenità di quell’abbraccio si trasforma velocemente in una lenta e languida effusione. La penombra che li cela a sguardi indiscreti ora li autorizza a un tango liquido, appassionato ma lento fin quasi allo sfinimento.

E’ lui l’artefice di quel lungo e struggente tango, è lui l’origine oppure è l’elemento mancante a una detonazione che da troppo tempo le era negata. Lui lo doveva sapere cosa stava succedendo alle sue carni in quel momento, cosa accadeva alla sua anima tutta. Solleva leggermente la testa e lascia che il suo respiro accarezzi la pelle del suo collo madido di sudore. E una scossa- per entrambi.

Sente i muscoli delle braccia di lui tendersi a quella carezza leggera, un brivido che mette di nuovo in serio pericolo la stabilità dei due corpi uniti. Con una leggera stretta alla mano il suo abbraccio si fa ancora più profondo. Ora ogni singolo muscolo del corpo di ognuno non può muoversi senza che l’altro se ne accorga.

La mano di lei scivola lentamente lungo il braccio di lui, soffermandosi su ogni singola vena, ogni singolo incavo tra muscolo e muscolo. Arriva lentamente alla sua spalla e dal lì al petto, il palmo della mano si apre avido e lì si ferma…

Con quel nuovo abbraccio cosi intimo, le mani di lui sono libere di muoversi su di lei, calde e forti. E lo fanno, iniziando a scorrere leggere sulle sue spalle mentre lei segue pedissequamente i movimenti suggeritigli dal suo petto scultoreo. Mentre lei sente i muscoli del suo petto, quelle stesse mani gli scivolano lungo i fianchi accerchiati da quell’attacco congiunto.

Le dita di una mano incrociano sul loro percorso l’impercettibile confine tra la sua schiena e la curva del suo sedere, il sottilissimo lembo di tessuto della sua biancheria. Lì iniziano un nuovo percorso, seguendo tutto il confine segnato dal tessuto del suo perizoma. Quel tocco leggero sembra una lunga pennellata di colore e desiderio sulla sua pelle fatta ipersensibile. Ogni centimetro di pelle toccata sembra essere collegato direttamente con il suo sesso. La sta sfiorando su quel confine personalissimo ma è come se le sue dita si muovessero delicate tra le sue cosce, è come se la stesse toccando oscenamente davanti a tutti nella sua intimità.

Le unghie di lei affondano nel tessuto della sua camicia, nella sua pelle, quando quelle dita che fino ad ora si erano limitate a percorrere il confine più intimo del suo abbigliamento hanno trovato il modo per oltrepassarlo- un voleo ed ecco, le sue falangi scivolando distintamente sotto l’elastico della sua biancheria.

Lo lascia fare. Ogni tocco è una scoperta, una sensazione travolgente, una carezza languida e oscena. Se chi li circonda solo sapesse dove stanno scivolando le dita di quello sconosciuto…

Una figura li obbliga lontani, e quando lei torna nuovamente a stendersi contro il corpo di lui sente che dove prima c’era solo l’accenno, adesso l'eccitazione di lui è tangibile, prepotente. Ne resta per un attimo sorpresa, ma istantaneamente la sorpresa lascia il posto a quell’orgoglio di donna che la riempie fino all’orlo.

Intanto le dita di lui sono scese ben oltre il bordo della sua biancheria e stanno lentamente scendendo ancora, facendo attenzione che a muoversi sia solo il tessuto sottostante, lasciando che quello del vestito scorra tra le dita e il fianco di lei. Soltanto ora inizia a intuire cosa stia accadendo in quel lontano luogo che è l’esterno del suo corpo, soltanto ora che anche l'altro lembo di biancheria lascia il suo fianco e inizia a scivolare inarrestabile lungo le cosce...

Lei segue i movimenti impostigli, quegli stessi movimenti che lentamente stanno facendo scivolare la sua biancheria sui suoi fianchi. Ma non gli importa, non gli importa di nulla in questo momento, tutto ciò che vuole è continuare a muoversi sulle onde di quel tango, sulle onde di quel corpo, muoversi sulla dichiarazione più spontanea e sincera della sua femminilità e sensualità. Si aggrappa alla sua camicia mentre i movimenti si fanno più veloci e la guida le impone quei che ogni giorno inconsapevolmente compie per spogliarsi.

Si sente calda e sensuale, ogni suo movimento, ogni gioco delle gambe è finalizzato a una carezza sempre più indecente. Non e solo lui ad andare oltre… Lei non avverte più nessun pudore mentre la sua mano si sposta dal petto per liberare quel bottone imprigionato nell’asola della camicia per tornare sul petto di lui ma ora da sotto il tessuto, pelle contro pelle. Il palmo della mano si tende, si apre il più possibile, quasi a voler coprire tutto il suo pettorale. Sente i peli accarezzargli le dita, ci gioca, osservando la sua mano mentre scorre sulla pelle di lui. Questa sensazione la inebria, ha sempre odiato gli uomini glabri cosi come gli uomini ricoperti di peli ma quello… quello è la è perfezione, un pettorale presente, definito, indiscutibilmente maschio. La sua mano lo avvolge, preme contro di lui, lo stringe alla ricerca del capezzolo e una volta trovato se lo lascia scorrere sotto le unghie laccate, lo stringe tra le falangi. Il desiderio di far saltare tutta la serie di bottoni di quella stupida camicia diventa insostenibile, il desiderio di sprofondare con il viso nel suo petto è viscerale…

Ormai la curva dei fianchi è superata, la gravità e i movimenti dei vari passi stanno facendo il resto. Lui le guida una serie di passi microscopici e veloci, finalizzati a far scivolare lungo le cosce la biancheria, e ci riesce. Sente i movimenti di lei farsi via via più impacciati, costretti dalla sua sconcia condizione, e si dirige lentamente verso la zona più buia della sala. Li concentra i suoi passi, la sua stretta continua a essere totale, il corpo di lei avvolto in quell’abbraccio. La sente distintamente contro la sua erezione, è impossibile che lei non se ne sia accorta e non sia desiderosa quanto lui di prolungare quell’infinita carezza fino allo spasimo.

Ormai la sua biancheria è alle caviglie, prigioniera e impacciata: una parada, lo scavalco della sua coscia e una gamba è libera. Un voleo rapido fa scivolare il perizoma a terra… E li, a terra, l’oscena prova del loro desiderio folle- ma nessuno dei due se ne cura, l’oscurità è loro alleata, l’inconsapevolezza del mondo intero il loro alibi.


Si sente svergognatamente libera. Annusando distintamente il suo profumo emergere dal basso, scorrere sulle curve dolci del suo corpo e arrivare nettamente alle narici di entrambi se ne inebria, ma non se ne sazia. L’aria passa sotto la sua gonna accarezzandola ad ogni passo e lei rabbrividisce come se fosse il respiro di lui sulla sua carne.

Quella condizione sconcia la eccita da impazzire e non può che muoversi sensualmente contro l’erezione di lui. Si sente distintamente grondare di piacere…lascia che le unghie di entrambe le mani sprofondino nella carne di lui, quasi graffiandolo ma non importa. Non importa ora…ora c’è solo l’abbandono. C’è solo quella intima indecenza.

Sobbalza leggermente quando sente i rigoli del suo piacere segnargli le cosce, sente le sue carni pulsare ritmicamente, contrarsi a ogni affondo del bacino di lui contro il suo. Mille immagini indecenti le iniziano a scorrere davanti agli occhi chiusi, mille promesse di piacere carnale. Fantasie che mai si era concessa, desideri talmente inconfessabili da essere ricacciati in fondo al suo animo ogni volta che hanno tentato di affiorare. Ma ora è carne pulsante, è una fiera eccitata, un animale senza alcuna razionalità né tantomeno morale…E e orgogliosa di esserlo. Incurante del pensiero o degli sguardi altrui, lei ora è sesso allo stato puro. Qualunque cosa le accadrà nella vita questo momento rimarrà indelebile: il primo orgasmo avuto ballando un tango con un perfetto sconosciuto

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18 ottobre 2015 7 18 /10 /ottobre /2015 11:56

Una domenica sera, di quelle senza grosse aspettative, lei ha deciso di saltare in macchina dopo un pomeriggio intero di pensieri e dubbi, quando arriva sotto casa sua, non sa bene neanche quanto tempo dovrà aspettare ma rimane in macchina in sosta davanti al portone assorta nei suoi pensieri con una buona dose di pazienza.

Quando lui arriva lei lo nota immediatamente, non si palesa ma lo osserva compiere i normali gesti dell’arrivo in auto, lo segue con lo sguardo e sommessamente gli urla “guardami…”, lui si avvicina al portone e la nota quasi subito dentro l'auto, un sorriso e si avvicina al finestrino per salutarla.

Lei rimane in silenzio con gli occhi bassi, si limita semplicemente ad aprire la portiera, uscire dall'auto e mettersi in piedi al suo fianco restando senza dare spiegazioni . Quel comportamento lo lascia piuttosto perplesso, cerca di rivolgerle qualche domanda sul come stesse e per quale ragione fosse lì, lei non proferisce risposta a nessuna delle domande limitandosi a rimanere al suo fianco con le mani giunte davanti,

restano per qualche secondo li, in silenzio in strada uno di fronte all’altra , lui proteso verso la donna lei un po rinchiusa in se stessa, il capo che continua a restare basso, le mani incrociate sul ventre…. Ma nessuna parola da parte sua.

Un poco spazientito guadagna l’ingresso dello stabile mentre lei inizia a seguirlo, chissà magari in casa la tensione pottrebbe sciogliersi, pensa lui.

Percorrono le due rampe di scale nel piu totale silenzio, lui avanti lei dietro a pochi centimetri di distanza chiusa nel suo impermeabile grigio gli lascia aprire la porta e lo segue dentro casa restando però a pochi passi dall’uscio.

Lui la invita ad entrare ed accomodarsi mentre disbriga i normali gesti del rientro in casa, via il soprabito, le chiavi, da una leggera rassettata a dei cuscini che erano sparsi in disordine sul divano e torna a posare uno sguardo benevolo su di lei che intanto è rimasta a pochi passi dalla porta di ingresso, silente, con gli occhi bassi, si sta guardando in torno di sottecchi e questo lo fa ben sperare.

“Ti senti bene?” le disse” se resti così in silenzio mi fai preoccupare”, lei continua a rimanere immobile , non si era neanche tolta l'impermeabile in piedi lì dove l’aveva lasciata.

“Mettiti comoda,io intanto metto su una tisana, ti farà bene”, soltanto a quel punto lei prende la parola, alza lo sguardo, si rivolge verso di lui dicendogli :"mi aiuteresti?" .

Chiaramente l’uomo resta per un attimo spiazzato da quelle parole cosi a bruciapelo,. Cosa volesse intendere non è ancora chiaro ma è sicuramente un’apertura quindi va incoraggiata…

"Certamente” risponde sincero lui ”non so ancora in quale modo ma indubbiamente si "

lei a quel punto fa un profondo sospiro cercando di cacciare fuori le parole che aveva strozzato fino a quel momento:” ho letto dei tuoi interessi sulla tua pagina Facebook, forse non dovevo..." Lui rimase per un attimo in ascolto, non sapeva bene di cosa lei stesse parlando ma in fatto di interessi sulla sua pagina Facebook sapeva che c'erano diversi gruppi siti a cui era iscritto un po' particolari, comunque erano due adulti quindi superata la fase di primo imbarazzo torna dal ascoltarla," … ho anche contattato alcune delle donne con cui chatti… sono finita nei loro blog o sulle loro pagine, le ho trovate profondamente interessanti.... tu…. tu credi che potrei essere anch'io come quelle donne?"

Lui rimane un po' frastornato da tanta franchezza, "non saprei dirti.... É qualcosa che ognuno di noi porta dentro più o meno celata... se lo desiderassi veramente sono sicuro che niente potrebbe fermarti" ,

La conosceva come una donna decisa, solida, anche monotona se vogliamo nel rapporto con il suo compagno, un milione di volte si erano scontrati in discorsi sull’approccio alla vita al rapporto di coppia, lui portava avanti un esistenza al limite fatta di grandi passioni e di altrettante grandi delusioni, lei invece propendeva è per una esistenza più calma , tranquilla fatta si di gioie ma anche e soprattutto di certezze,

per questo in passato si erano reciprocamente etichettati come "bigotta"e "immaturo”.

"Mi aiuteresti a far venire fuori .... Quella parte di me?" Esclamò quasi volendosi liberare di quella richiesta che le pesava sul petto....

Lui attende qualche secondo prima di rispondere, valuta i pro e i contro di una richiesta del genere, i coinvolgimenti, gli eventuali rischi connessi alla relazione di lei.... Poi guardandola con occhi seri le rispose

“va bene ma.....chi è a disposizione di chi...?"

a quel punto lei accenna un impercettibile sorriso, si gira verso la porta d'ingresso e con molta calma da due mandate alla chiave chiudendo. Lui la osserva muoversi con la sicurezza che da sempre la contraddistingueva senza intervenire; dopo essersi accertata che la porta fosse realmente chiusa inizia a passeggiare intorno al divano, sul perimetro del salone ed ogni volta che incontra una lampada o una luce sinuosamente cerca l'interruttore e la spegne, la stanza va spegnandosi un poco alla volta al suo passaggio, i passi sono lunghi, lenti, si sente solo il fruscio dell’impermeabile e il sacco sul pavimento di legno;

quando le luci furono quasi tutte guardandolo si poggia contro un mobile basso ed inizia lentamente a sciogliere la cintura del impermeabile…

I movimenti delle mani sulla cinta sono lenti, misurati, atti a prolungare il più possibile l'attesa, quando il nodo della cinta si scioglie inizia lentamente con i bottoni dall'alto facendo sempre attenzione a non lasciare aprire l'impermeabile,

lui è affascinato dalle sue movenze, mille pensieri gli si accavallano nella mente, se andarle incontro e interrompere quel lento gioco oppure accomodarsi sul divano e godersi fino in fondo quella splendida visione, propende per la seconda… ancora non ha ben chiare le intenzioni della donna e quindi decide di aspettare.

Lei osservava i suoi movimenti di sottecchi, orgogliosa dell'effetto che stava suscitando in quell'uomo, l'istinto la guidava nei movimenti e in cuor suo sapeva che l'attesa era la sua più potente arma,

qualche secondo di pausa, lo sguardo basso per una punta di imbarazzo e l'impermeabile che fino a un attimo prima la copriva cade a terra lasciando la sua figura libera di farsi guardare.

Le gambe già lunghe erano rese infinite da un paio di tacchi vertiginosi, che lasciavano però scoperto il piede in un sandalo di rara bellezza, salendo con lo sguardo viene rapito dalle cosce valorizzate da una coppia di calze cubane , i lacci del reggicalze accompagnavano lo sguardo verso l'alto fino all'incavo tra le gambe dove uno splendido perizoma in pizzo nero celava il sesso gonfio della donna.

Più su uno strano reggiseno con le coppe aperte lasciava scoperto il seno sodo e gonfio incorniciandolo in una figura triangolare di tessuto che a stento riusciva a sostenerlo, ma ciò che lo lascia senza fiato sono le due piccole mollette di acciaio che le stringono i capezzoli turgidi.

Incrocia lo sguardo di lei subito dopo aver notato le mollette, un brivido gli corre lungo la schiena, non aveva mai visto negli occhi di lei tanta sensuale determinazione, uno sfolgorio orgoglioso, una lontana sfida a sorreggere e sorreggere l’eccitazione che quella strana immagine poteva provocare… è bella oltre ogni limite, quel nuovo sguardo cosi penetrante e deciso la rendono ancora più affascinante.

Le bretelle dello strano reggiseno salivano lungo le spalle trasformandosi in un piccolo collare di stoffa che valorizzava ulteriormente il suo splendido collo.

Con dei movimenti leggeri si scosta dal impermeabile che giaceva a terra intorno alle sue gambe e lentamente indirizza i suoi passi verso di lui, si ferma a qualche metro di distanza in attesa che egli le decida qualcosa, qualsiasi cosa sarebbe stata ben accetta per rompere quello stato di imbarazzo che la pervadeva ma nessuna parola esce dalla bocca di lui invece che si limita ad osservarla camminare, godendosi lo spettacolo del suo corpo flessuoso, le cosce ben tornite e soprattutto delle pinzette che ad ogni passo vibravano sulla punta dei suoi splendidi seni.

Si alza quindi dal divano , lei trasale un poco nell’attesa ma lentamente inizia ad allentare la cravatta , no la toglie, la lascia lenta intorno al suo collo, poi passa a sbottonare i polsini e subito dopo ai bottoni della camicia stessa lasciando che questa si apra sul suo splendido petto definito e adornato da una fitta coltre di peli biondi.

Lei apprezza di buon grado ciò che gli si parava davanti, quel suo spogliarsi era in qualche modo un regalo.

L'eccitazione iniziava a diventare palpabile,nella stanza in penombra i respiri dei due esseri erano l’unico rumore percettibile, profondi e caldi, pieni di aspettative e promesse di piacere,

Il vederlo accettare la sua richiesta e cogliendo che quel modo di spogliarsi le era stato dedicato, i timori e la vergogna lasciano ben presto la sua mente libera di sprofondare nelle sue fantasticherie e desideri , mentre lo guardava spogliarsi dovette stringere le ginocchia per comprimere il suo sesso che cominciava a pulsare e a bagnarsi, come fa una bambina che tenta di trattenersi non potendo andare in bagno.

Lui continua a sbottonarsi lentamente troppo lentamente, non le dice assolutamente niente ma quel suo modo di fare la induce ad avvicinarsi, arrivatagli di fronte si china prima e inginocchia dopo, senza chiedere nulla allunga le mani iniziando ad armeggiare sui lacci delle sue scarpe, lui si gode la visione di lei in ginocchio davanti a sé e cercando di agevolarla il minimo indispensabile , l'aiuta a farsi togliere le scarpe e le calze dopodiché guardandola negli occhi che si erano sollevati in cerca di aiuto è come se l’avesse autorizzata a salire con le mani per farsi togliere i pantaloni, lei compie questi gesti nel totale silenzio reverenziale respirando a fondo gli odori ei profumi che gli arrivano; tremante gli slaccia la cinta, libera i bottoni ma quando deve continuare sulla zip tentenna un poco, vede chiaramente il rigonfiamento sotto il tessuto, si lascia scappare una leggera carezza con i polpastrelli lungo la linea curva dei suoi pantaloni, un attimo di capogiro, poi ripresa lucidità tremante fa scivolare in basso la zip…

Apre i lembi dei pantaloni come fossero una prigionia inutile di quel corpo, lascia cadere lentamente i pantaloni lungo le sue gambe tornando a guardarlo negli occhi come ad indicargli che ha bisogno nuovamente del suo aiuto per poterglieli sfilare, lui alza le gambe in modo alternato per liberarsi completamente dei pantaloni che lei raccoglie e con estrema dedizione ripiega e appoggia sul divano poco distante tornando a guardarlo con la camicia aperta e la biancheria che ormai mal nasconde eccitazione che sta cogliendo anche lui.

Lui finisce di sfilarsi la cravatta e apre completamente la camicia, lei cerca di avvicinarsi ma lui si volta e inizia a camminare verso la parte più privata dell'appartamento,

resta li in ginocchio gustando l’immagine del suo splendido sedere che si allontana , quando lui si ferma e si volta la strafigge con uno sguardo severo ed autoritario, intuisce che deve seguirlo.

Si dirigono verso il bagno e lui si ferma davanti alla doccia e allarga un poco le braccia,

lei lo raggiunge aiutandolo a togliersi la camicia, resta per un attimo a guardare le sue spalle larghe e definite , una carezza leggera e scende con le mani in basso, infilando le dita ai lati dei suoi boxer li spinge verso il basso ma superata la curva del sedere questi fanno fatica a scendere bloccati sul cazzo teso e duro che impedisce il passaggio dell’elastico dei boxer…. Lei intuisce, quella resistenza la ma nda letteralmente fuori di testa ogni sforzo che compie per far scendere di piu i boxer è indirettamente dimostrazione di quanto lui la desideri e di quanto il suo cazzo sia teso. Ancora una spinta, nota da dietro che il membro che era verticale seguendo il tessuto dei boxer è stato trascinato dal tessuto in posizione orizzontale e sta premendo con la punta sulla parete dei boxer creando un indecente ed innaturale rigonfiamento…. Un ultimo sforzo e la verga tesa dell’uomo si divincola dai boxer tonando di colpo alla posizione iniziale ma è talmente carico di energia e velocità che sbatte contro il ventre dell’uomo generando un tonfo sordo di carne dura… a quel rumore lei inizia letteralmente a sbavare, un leggero rigolo di saliva le cola dal lato della bocca,resasi conto dell’origine di quel colpo secco lei si ferma…. torna a risalire con le mani e il bordo dei boxer ricoprendo di nuovo il cazzo dell’uomo e ripercorrendo gli ultimi movimenti prima che la verga si liberasse… un nuovo colpo, un nuovo tonfo sordo e la salivazione che torna ad aumentare come chiaro desiderio di sentirsi scivolare in bocca quel pisello duro e teso che sente sbattere li a poca distanza dalla sua bocca inondata di saliva…

Senza curarsi troppo di lei istintivamente abbandona il boxer a terra ed entra nella doccia richiudendo dietro di sé le porte in cristallo.

Lei non muove un muscolo, resta ferma fuori ad osservare quella sagoma nuda attraverso il vetro satinato, trovarsi lì e poter gustare di quello splendido uomo nudo muoversi in quel momento di intimità sotto la doccia, guardare i suoi muscoli tendersi mentre si insapona, le sue mani scorrere sulla pelle, cerca di intuire attraverso il vetro opaco i dettagli che più le piacciono, il sedere sodo , il sesso non completamente gonfio che ciondola oscenamente ad ogni movimento, le spalle larghe, la striscia di muscoli che si dirama dal suo fianco scendendo fino all’inguine; la gratificano oltremodo si sente orgogliosa e al contempo fiera di cio che sta vivendo e del modo in cui lo sta facendo.

D'un tratto la porta a vetri si apre e lui gli porge il sapone, lei si avvicina alla doccia e entrata leggermente,dopo essersi insaponata bene le mani lunghe e affusolate inizia a passare il sapone con calma e dedizione su ogni centimetro del petto di lui,

finalmente può toccarlo seriamente , senza fretta e con una buona scusa per soffermarsi dove più preferisce, la fa impazzire passare le dita in mezzo ai peli del suo petto soffermarsi sui suoi muscoli gonfi, scivolare sulle sue spalle scendere lungo il suo ventre e rallentare poco prima di arrivare al suo sesso, li cambia strada e tornando in ginocchio inizia ad insaponargli le gambe;

in quella posizione il sesso di lui si trova proprio di fronte alla sua faccia, sente il cuore batterle all'impazzata nel petto, sente che sta per esplodere se non lo lecca ora, nella sua bocca la lingua si muove autonoma mimando quelli che sono i movimenti che compirebbe sulla sua cappella lucida e bagnata, socchiude gli occhi all’idea di spingerselo in gola e sentirlo pulsare sulle sue labbra, quella sensazione di calore sulla lingua, di pienezza nella bocca tutta…

ma non è stata autorizzata, non le è stato ancora concesso quindi trattenendo l'eccitazione continua nel suo lavoro risalendo lungo le gambe e con le mani ancora insaponate inizia a lavare con estrema delicatezza l'oggetto del suo più intimo e osceno desiderio.

Se lo lascia scivolare tra le dita caldo e viscido di sapone soffermandosi su ogni singola venatura, lo guarda tra le sue mani, con la punta dei polpastrelli accarezza la cappella morbida e lucida , ne segue il bordo carnoso per poi scendere lungo il frenulo e da li percorre tutta la sua lunghezza fino alla base , a quel punto l’impulso di afferrarlo e stringerlo con decisione sembra irrefrenabile ma si contiene e non guardata ruba un leggero e rapidissimo bacio sulla punta che svetta contro il suo viso.

La sensazione di sentirselo scorrere tra le dita non completamente turgido la eccita fortemente , si sente padrona e custode del cazzo di quell'uomo, questo la inorgoglisce fuori misura …..

Senza dire una parola lui si scosta e torna a chiudere le porte della doccia lasciandola fuori in attesa, sciacquato si riapre la porta, lei sentendo l’acqua chiudersi afferra rapidamente l'accappatoio appeso poco distante e alzatasi da terra lo accoglie nel tessuto caldo e morbido, aiutatolo ad infilare l'accappatoio non utilizza solo le mani per frizionarlo ma tutto il suo corpo, soprattutto i seni che sono ancora prigionieri delle pinzette che si è applicata in macchina aspettando il suo arrivo, si strofina contro la sua schiena trattenendo il desiderio di abbracciarlo e si sposta intorno a lui cercando di mantenere sempre il contatto con il corpo a che ogni centimetro dell'accappatoio aderisca perfettamente alla pelle di lui. Continuando a muoversi come se lei non esistesse, si guarda allo specchio e chiuso l'accappatoio si dirige nuovamente fuori dal bagno verso il salone, lei lo segue senza proferire parola accertandosi prima di aver asciugato tutto il pavimento del bagno e di aver riposto tutto in ordine.

Arrivata in salone lo trova seduto sul divano con le gambe leggermente divaricate e in mano il telecomando della TV intento a cercare non si sa bene quale programma televisivo, istintivamente si avvicina , gli si inginocchia di fronte con lo sguardo basso in attesa che arrivino per lei altre richieste da parte sua.

Continuando a non degnarla di un solo sguardo rimane concentrato sui suoi interessi televisivi ma lentamente le sue gambe si aprono e il morbido accappatoio lascia intravedere sotto il tessuto il suo cazzo tornato calmo, lei si morde le labbra guardandolo lì a poca distanza dalle sue mani, della sua bocca, dal suo sesso...

Senza volerlo si accarezza i fianchi salendo fino ad arrivare alla pienezza del suo seno e mordendosi le labbra tira le mollette in avanti a che si tendano i suoi capezzoli tornati turgidi dopo la doccia.

Lui la osserva segretamente ammaliato, è bella, splendida in quella posizione, in ginocchio sul suo tappeto, i capelli un po bagnati dal sudore e dagli schizzi della doccia, i capezzoli ormai arrossati per la lunga pressione delle mollette, le gambe leggermente divaricate sembrano un invito a raggiungere il suo sesso gonfio e carnoso ma non lascia trasparire nulla di tutto ciò. Sollevando lo sguardo per cercare il suo, lei incontra quegli occhi severi intuisce immediatamente che ciò che fa è sbagliato torna quindi ad appoggiare i palmi delle sue mani sulle cosce e abbassa lo sguardo in attesa che l'uomo decida se punirla o meno per quel suo comportamento irrispettoso.

Nessuna punizione arriva, l'uomo torna a rasserenarsi nello sguardo spostando nuovamente la sua attenzione sul televisore aprendo e chiudendo mollemente le gambe sotto l’accappatoio, lei resta in ginocchio davanti a lui il respiro corto gli umori che sente colare dalle sue intimità stanno lentamente inzuppando la biancheria, le mollette appese ai suoi capezzoli le danno un continuo è costante dolore quel dolore che la tiene continuamente eccitata, quella voglia di mostrarsi e di umiliarsi davanti a quegli occhi che tanto la fanno sentire femmina.

Mentre questi pensieri gli attraversano la mente in un turbinio di immagini e sensazioni qualcosa , insinuarsi delicatamente tra le sue gambe chiuse, apre gli occhi e vede il piede di lui insinuarsi tra le sue cosce, resta con il capo chino e non proferendo un fiato allarga leggermente le gambe per agevolare l'ingresso della sua che sente puntare direttamente al suo sesso fradicio.

Il piede non si ferma ma continua lentamente il suo incedere fino al momento in cui il collo del piede arriva finalmente in contatto con la sua figa bagnata, senza rendersene conto lei si spinge in avanti per aumentare la pressione ma così facendo perde per un attimo l'equilibrio colta forse da un leggero capogiro cade in avanti su quattro zampe.

Questa caduta fortuita la porta perfettamente nella posizione in cui lui sperava arrivasse, solleva la gamba per mantenere il contatto del piede con la sua figa bagnata, lei sentendo quella dolce e lunga carezza non può far altro che continuare a strusciarsi oscenamente contro il piede messole a disposizione .

In quella posizione lei sente di essere diventata veramente una cagna, rapide immagini di attraversano la testa immagini alle quali non aveva mai dato alcun peso se non il semplice imbarazzo con l'ironia del momento quando i cani degli amici magari in una serata ho una cena informale li montavano la gamba e iniziavano a strofinarsi su di essa alla ricerca spasmodica di un piacere bestiale incuranti delle persone che gli stavano intorno e dei padroni che imbarazzati cercavano di dissuaderli e alla fine erano costretti a tirarli via di forza.

Ora lei si sentiva come quegli animali completamente priva di qualsiasi vergogna con l'unico obiettivo di godere di ogni centimetro della sua pelle e di ogni fantasia che in passato o in quel momento le attraversasse la testa,

Completamente in balia dei suoi sensi appoggia la testa contro la coscia tesa di lui continuando ad accarezzarsi le guance sulla sua pelle nuda, ad annusarne l'odore fino a non resistere più tirando fuori la lingua e iniziando a leccare avidamente la coscia rendendosi conto solo dopo pochi secondi di essere ad una manciata di centimetri dal sesso di lui, gli occhi cominciano ad avere un unico obiettivo comincia a strofinarsi ancora più freneticamente contro la gamba la lingua tesa in direzione del cazzo dell'uomo come a voler indicare il suo desiderio di assaggiarne il sapore il più presto possibile.

Spasmi cominciano a diventare più frequenti le contrazioni della sua figa le annebbiano il cervello la gamba tesa scorre in mezzo ai suoi seni come se fosse un immenso caldo e poderoso cazzo contro il quale è impossibile per lei evitare di strofinarsi,

Raggiunge così il primo orgasmo della sua serata la biancheria è completamente fradicia e non è riuscita a trattenere il suo piacere liquido che sgorgava abbondantemente dal suo sesso segnando le le cosce fino quasi al ginocchio appoggiato a terra soltanto a quel punto lui si alza mentre lei rimane abbracciata alla sua gamba.

Rimani in piedi ad osservarla inginocchiata a terra la bocca ancora bagnata di saliva ansimante e lo sguardo di chi è ancora affamato, dopo una breve carezza le afferra una ciocca di capelli e la trascina sul divano spingendola a terra sa che lei resti sempre carponi,

Torna a sedere anche lui sul divano l'accappatoio è ormai completamente aperto e lei inizia a scodinzolare guardando il cazzo teso di lui di nuovo a pochi centimetri dalla tua faccia, lui la strattona tirandola per i capelli imponendole di accucciarsi con la testa sulla sua coscia mentre la sua mano lascia la testa per correre lungo la schiena come fosse una lunghissima carezza ad un animale arrivato in prossimità della sua biancheria infila la mano sotto il perizoma arrivando morbidamente tra le sue natiche. Con una mano tra le natiche della sua cagna e l'altra al telecomando continua la ricerca di un non so quale programma televisivo che possa in qualche modo distrarlo ma non si dimentica di muovere lentamente le sue dita tra la fica il culo del suo animaletto che lentamente si agita e si contorce sotto l’assedio di quelle carezze.

Anche se sembra distratto dal programma televisivo è invece attento ad ogni sospiro ad ogni contrazione pulsazione che le sue carezze stanno provocando, è seriamente intenzionato a portare il livello di eccitazione della sua cagna a esplodere, vuole averla disinibita, docile, cosciente del suo stato, orgogliosa di esserlo .

Ormai le sue dita sono completamente fradice nonostante stia usando solo la punta dei polpastrelli senza accennare alla benché minima penetrazione, fa scorrere lentamente le dita umide dalla fica al sedere di lei bagnandolo con i suoi stessi umori, sente i muscoli dilatarsi lentamente e ad ogni passaggio delle dita intorno alla aureola del suo sfintere, contrarsi ritmicamente per tornare ad aprirsi sempre di più in un chiaro invito a scivolargli dentro…il suo culo lo sta inequivocabilmente chiamando.

Non una parola esce dalla bocca della donna che si limita a mugolare e a guaire come farebbe una vera cagna, ferma accovacciata sul divano la testa e le mani appoggiate sulle cosce di lui, il sedere in mostra alla ricerca spasmodica di un contatto più profondo con le sue dita, talmente eccitata e abbandonata che un rigolo di saliva gli cola dalla bocca cadendo sulle palle di lui che un poco trasale sentendo quel inaspettata sensazione di calore e freschezza lambirlo.

Accortasi di questo fatto guarda le gocce della sua saliva scorrere su lungo la pelle che ricopre i testicoli, non sentendo alcuna reazione severa per un attimo spera di poter continuare e solleva la testa cercando nello sguardo di lui un cenno di approvazione che la autorizzi ad allungare la lingua il raccogliere ciò che è colato dalla sua bocca ma l'approvazione non arriva anzi, sente la mano fidarsi della sua biancheria e subito dopo uno schiocco sordo seguito dal bruciore…… il dolore per lo schiaffo ricevuto sulle sue natiche le attraversa il corpo come una scossa finendo dritta nel cervello, sobbalza mordendosi le labbra per evitare di urlare ma non fa in tempo ad abituarsi a quel primo dolore che subito ne segue un altro sull'altra natica, è un bruciore pungente quello che si dirama dal suo sedere , la sorpresa il dolore lasciano velocemente posto è un piacere perverso quello di sentirsi punita per un suo grossolano errore perché non è riuscita a trattenere il desidero di sentirsi in bocca la cappella turgida e lucida di quel maschio che giustamente ora la stava punendo sonoramente.

A nessun uomo aveva permesso mai una tale libertà, nessun uomo prima di lui aveva suscitato in lei quel desiderio di essere punita, umiliata... il dolore lentamente lascia spazio all'immagine di lei accovacciata con il sedere in bella mostra che inizia a diventare rosso per i colpi subiti e la sua fica che continua a colare senza che lei abbia alcun controllo sui pensieri che la pervadono.

Vista la causa della sua punizione irriverente e facciata non può fare altro che continuare a lasciar colare la sua saliva direttamente sulla cappella dell'uomo, saliva che scivola lungo tutta l'asta arrivando alle palle e da lì sul divano, la guarda scendere copiosa e vorrebbe infilare le mani tra le palle e il divano per poterla raccogliere con le dita eri portarsela alla bocca arricchita del sapore e della aroma della pelle di lui riscosso da quella continua e lunga carezza reclina la testa indietro respirando a fatica così come a fatica riesce a trattenere la violenta erezione che sta vivendo.

Colto da un profondo brivido di piacere tende le mani afferrando con la sinistra i capelli di lei che ormai è praticamente sopra il suo cazzo impedendole di andare oltre la distanza di pochi centimetri che separano la sua bocca dalla cappella e l'altra sospesi i colpi sul sedere si insinua con forza tra le natiche di lei lasciando che il suo indice e il medio si dirigano lentamente verso la sua figa fradicia il culo che ormai pulsante è aperto tanto quanto il sesso di lei.

Mentre le dita affondano nel suo culo e nella fica falange dopo falange fino in fondo sveglia scossa da un profondo spasmo, un altro orgasmo sta lentamente salendo dalle sue viscere lo sente distintamente arrivare a passi lenti sente quello ondata di calore che tanto le mancata in passato mi sta al desiderio nuovo di sentirsi lurida, non si era mai sentita così aperta non si era mai sentita così piena di piacere, combattuta tra il tirarsi indietro verso la mano a chi la penetrazione diventi il più profondo possibile il l'avvicinarsi con la bocca al cazzo ormai completamente fradicio di saliva che le si erge davanti al viso a pochi centimetri di distanza, in quel preciso momento egli le sussurra "guarda.."

Colta di sorpresa non sa bene dove volgere lo sguardo quando all'improvviso uno schizzo caldo le lambisce il mento, subito abbassa lo sguardo verso la cappella gonfia sotto di lei e nota che dalla punta lucida sta cominciando a fuoriuscire un Rigolo denso sperma bianco.... fa per avvicinare la bocca a quella sorgente di piacere caldo ma la mano di lui la trattiene per i capelli una distanza tale che solo la punta della lingua di lei riesci a lambire la cappella.

Lei cerca di divincolarsi dalla presa ferrea ma non le è concesso e mentre si affanna a tentare di allungare il più possibile la testa e la lingua la penetrazione delle dita nella sua figa e nel culo diventa ancora più profonda distraendo la dai suoi intenti e costringendola ad emettere un gemito di piacere...ma torna subito ad osservare la cappella sotto il suo viso dalla quale continua a colare lungo la carne rosa un denso e pulsante rigoli di sperma.

Si contorce sembra quasi piangere vedendosi negata la possibilità di raccogliere quella crema densa con la lingua, la possibilità di sentirla impastarsi con la sua saliva la possibilità di poterla assaggiare e farla diventare parte integrante del suo corpo ingoiandola.

Una volta che le contrazioni per gli orgasmi di entrambi iniziano a rallentare la forza con la quale lei ha cercato di divincolarsi dalla presa della sua mano inizia a scemare , la testa tende a appesantirsi, continuando a tenerla per i capelli lascia che la sua testa vada ad appoggiarsi delicatamente sulla verga ancora dura completamente ricoperta di sperma.

Indirizzando i movimenti con la mano fa sì che le guance di lei accarezzino il cazzo lordo del suo seme cospargendole la faccia... quasi volesse marchiarla con il suo piacere.

Quando ormai tutta la faccia è coperta di saliva e sperma la spinge con forza contro il suo cazzo quasi a volerla soffocare in quel tripudio di pelle sangue e sperma, e paradossalmente è quello che lei vuole si lascia indirizzare si lascia muovere a suo piacimento limitandosi a leccarsi le labbra VIA gustare quelle poche gocce di sperma che le sono state concesse respirando vogliosa suo odore.

Recuperata la calma quando i respiri di entrambi sono tornati ad una frequenza normale con un colpo di reni e gli si solleva dal divano non mollando la presa sui capelli di lei, la spinge indietro ascoltandola, alzato in piedi la conduce carponi verso il suo impermeabile rimasto a terra.

" vestiti ora ma non pulirti ne lavarti fino a quando non sarai a casa... riceverai mie istruzioni "

Lei annuisce restando in silenzio inizia a raccogliere l'impermeabile da terra soltanto nel momento in cui lui molla la presa dei suoi capelli e sparisce nel corridoio che conduce alla camera da letto, si alza da terra traballante si infila l'impermeabile ed esce dalla porta già desiderosa di varcarla di nuovo per tornare in quella che ormai considera la sua tana....

cagna....   (part I)
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15 ottobre 2015 4 15 /10 /ottobre /2015 20:26

L'aria era calda quella sera, quasi irrespirabile, l'umidità la rendeva appiccicosa. I ballerini nella milonga si lanciavano in figure impossibili e virtuosismi elaboratissimi nell'estenuante ricerca di una sensualità che non riuscivano neanche lontanamente a lambire. I loro sguardi si rivolgevano al pubblico seduto, dimenticando i partner che tenevano tra le braccia.


Le luci artificiali e mal distribuite illuminavano la sala a macchia di leopardo, lasciando alcune zone in ombra e altre troppo palesi. In uno di quei buchi neri si era nascosto lui., un’ombra piu profonda che rivelava solo la sua fisicità palese e un atteggiamento di pazienza attenta sotto il berretto nero che nascondeva gli occhi.


Lei entró discreta: movimenti di una gonna leggera, le gambe lisce ed abbronzate dal sole delle vacanze appena concluse. L'odore della sua pelle era quasi visibile, un’aura di freschezza e sensualità mal celata la circondavano e la accompagnavano mentre quasi scivolando si dirigeva verso un piccolo spazio in ombra tra le sedie.


Quasi nessun uomo si accorse del suo ingresso nella sala da ballo, quasi tutte le donne presenti percepirono la sua presenza incombente. Lui avvertì la sua essenza sulla pelle, la sua posizione gli impediva di vederla direttamente ma l'aria gli stava suggerendo che qualcosa di sottile e caldo avesse cambiato gli equilibri di quell'angolo di mondo. Si guardò intorno, non riuscendo a scorgere nulla di diverso- nessuna presenza, nessuna essenza... Mise in dubbio ciò che aveva percepito per un solo attimo prima di alzarsi dalla sedia per cercare tra la gente. Qualcosa o qualcuno era arrivato, lo sapeva.


La vide, perfettamente distinta e avvolta da una luce propria in quel contesto di assoluta penombra generale. Seguì i suoi movimenti tra le decine di figure piatte. Respirò immediatamente la sua presenza, le caviglie sottili esaltate dalle scarpe da tango che sembravano la naturale continuazione dei suoi piedi, il vestito estivo che delimitava inutilmente il suo corpo. La sua aura invadeva prepotentemente lo spazio circostante e la sala tutta. Lui invidiò per un attimo la brezza calda che poteva insinuarsi sotto la sua gonna, i capelli raccolti sopra la nuca e i ciuffi leggeri che sfuggiti allo chignon incorniciavano il collo come un drappeggio leggero. Seguì pazientemente ogni suo movimento aspettando che raggiungesse la sua destinazione- ma non solo. Sapeva che ormai lei era nota ai più, e che a breve si sarebbe scatenato l'inferno di inviti da parte dei maschi presenti. Ma un'altra consapevolezza lo pervase, riempendolo con la certezza che niente potrà impedirlo di tenerla tra le sue braccia.


Resta in attesa, lasciando che i pavoni della sala facciano il loro spettacolo.


La osserva accettare di buon grado gli inviti di baldi giovanotti ed eleganti signori come fossero onde che si infrangono sugli scogli senza mai riuscire a scalfirli. Si muove leggera e calma sulle note delle musiche che si susseguono con le tande, cercando di leggere in quei movimenti quali possano essere i desideri più intimi che l'hanno spinta a venire in milonga quella sera, cercando di cogliere da ogni gesto o movimento quale musica la inebria e quale la annoi, i movimenti che la fanno sentire bella, i passi più congeniali. Vede distintamente il suo respiro in ogni ballo, la frequenza, la profondità, l'ampiezza. Lo sguardo sempre vigile durante i vari tanghi gli da coraggio e lo spronano ad attendere ancora, attendere che le onde si plachino e che i vari pretendenti si scoraggino, disarmati dal suo gentile distacco. Lui resta lì, dissimulando e dosando sapientemente l'attenzione a che non risulti mai invadente, distogliendo lo sguardo di tanto in tanto come assorto in chissà quali pensieri o preso di chissà quale altra figura di donna.


In cuor suo spera che lei percepisca la sua presenza ma sa anche che è una speranza troppo incerta e un rischio troppo ampio per essere vissuto passivamente. Intanto anche l'ultima tanda si è conclusa e lei torna da sola al suo posto. Lui si domanda come sia possibile per gli uomini che hanno ballato con lei separarsi così prematuramente dalla sua presenza, senza cercare di prolungare il più possibile la sua compagnia accompagnandola al posto. Mentre è attraversato da questo pensiero lei si china al lato della sedia tirando su la sacca delle sue scarpe...È arrivato il momento.


Ogni cellula, ogni muscolo, ogni elemento del suo essere sono indirizzati verso un unico pensiero, un unico desiderio si dirama dal suo essere: "Guardami, adesso!"


E lei alza la testa, per un attimo abbandona il suo intento di cambiare le scarpe come se stesse assecondando un ultimo barlume di speranza per la serata, come se dal angolo più profondo del universo fosse rimbalzato quel desiderio lanciato in tutte le direzioni. I loro sguardi si incrociano in un attimo che si dilata all'infinito, una frazione di secondo solo ma...
La musica diventa un sottofondo ovattato, le luci si abbassano impercettibilmente, tutta la sala sembra sfocarsi come una fotografia mal riuscita in cui il fuoco si concentra in uno spazio ridottissimo. Lei resta una frazione di secondo attonita mentre lui sprofonda dentro i suoi occhi in una gioiosa caduta senza fine. Poi lo sguardo di lei muta leggermente interrogativo e lui si scuote dal torpore, riuscendo solamente ad accennare un movimento della testa verso la pista... Lei gli mostra la sacca delle scarpe come ad indicare che si stava apprestando ad andare via, ma lui non ci bada, resta con lo sguardo fisso in attesa di un suo assenso. L'accenno di un sorriso racchiude tutta la pazienza della sua attesa, e inspiegabilmente lei sembra accorgersene. Inclina la testa su un lato, lasciando che i morbidi capelli scoprano il collo invitante, e gli risponde lasciando cadere la sacca sulla sedia con un sorriso quasi impercettibile. E sia questa l'ultima tanda della serata.


Egli si alza. E rimasto lì seduto per tutta la serata nell'attesa di quel l'unico istante. Percorre il perimetro della sala con passo deciso nonostante il cuore che sembra volersi gonfiare all'infinito, come un tamburo su cui un'artista furente sta scaricando tutta la sua passione o la rabbia per chissà quale torto subito. Il petto si espande nel tentativo di contenerlo, l'aria stessa sembra cedere il passo all'energia che lo avvolge e si sprigiona dal suo essere, creando una leggera brezza che sa di legno ed eccitazione. Le signore che circondano la pista avvertono improvvisamente questa presenza prepotente, e vedendolo incedere si lanciano in mille movimenti vezzosi cercando in qualche modo di catturare la sua attenzione. Ma lui ha occhi solo per lei.
Da quando si è alzato dalla sedia non l'ha mai persa di vista, come se fosse compito del suo sguardo tenerle compagnia durante il suo percorso a che sia certa in ogni istante che lui l'ha scelta ed è certo ogni istante della decisione presa, senza tentennamenti, senza che nulla riesca distrarlo.


Arrivato a qualche metro da lei, si rallenta. Ora vuole godersi lentamente ogni movimento di lei, ogni sfumatura della sua figura, ogni curva, ogni ombra, ogni dettaglio del suo abbigliamento e per fare questo c'è bisogno di più tempo ancora. La vede alzarsi in un vezzoso inarcare della schiena, i tacchi le accentuano la curva del sedere e la obbligano ad evidenziare la generosa scollatura, nessun reggiseno, nessun balconcino, nessun eccesso artificioso. Solo la semplice e naturale sensualità della sua pelle, del suo seno sodo che prepotente dichiara la sua presenza sotto il tessuto leggero.


Intorno a loro le figure si fanno ancora più sfocate. L'universo intero sembra dissolversi al ritmo di quel tango appena iniziato.


A pochi passi si ferma, ha fatto un lungo viaggio per raggiungerla, ora quel ultimo tratto vuole sia coperto da lei, un’ultima riprova che il suo invito sia stato recepito e gradito, un ultima galanteria quella del lasciarle lo spazio e il tempo per decidere se e come accettare questa piccola avventura.


Lei si ferma a guardarlo arrivare. Osserva il suo incedere, lo sguardo che sembra volerla attraversare. Si sente infinitamente bella sotto quei occhi pieni di desiderio e decisione- ma anche tenerezza, e un lontano sentore di timidezza.


Vedendolo fermarsi intuisce che deve farsi avanti; in quei pochi passi vuole ricompensarlo di tutta la strada che ha percorso per raggiungerla. I suoi movimenti sono lenti, lo sguardo si abbassa timidamente ad osservare i movimenti della sua gonna leggera, la mano fa per accarezzarla aiutando il tessuto ad aderire alle sue cosce tornite, a sottolineare istintivamente l'incavo tra le sue gambe. Giochi impercettibili, istantanei, dalla potenza evocativa infinita.


Trattiene il respiro nel passare in mezzo alle sedie strette tra loro, sospendendo il diaframma. Il suo seno sembra così esplodere sotto il vestito mentre la curva della schiena evidenzia quello scivolo fantastico prima che inizi la rotondità del suo sedere. Chiaramente tutto ciò lo fa solo per poter passare agevolmente fino alla pista...solo per questo.


Solleva lo sguardo e finalmente se lo trova davanti, lei ostenta sicurezza ma viene tradita dal rossore delle guance, frutto di quel intimo imbarazzo che prova al perdersi un attimo nei suoi occhi. Lui non si indurisce, non c'è sfida nel suo sguardo. Lei si avvicina un poco, sono ormai a pochi centimetri di distanza. Istintivamente lei solleva le braccia preparandosi al ballo, ma lui resta immobile.


Un secondo… due… dieci. Lei cerca i suoi occhi interrogativa, lui delicatamente la invita ad abbassare le braccia.
Tornano a passare i secondi. La mente di lei è attraversata da centinaia di interrogativi, quella di lui da migliaia di sensazioni. Sta assaporando il suo odore, il miscuglio di aromi che gli arrivano. Riesce a distinguere l'odore della sua pelle leggermente sudata che si mescola alle poche gocce di profumo che porta sul collo e sui polsi appena abbassati. Scorge quella minuscola goccia di sudore scivolare lungo il suo décolleté, solleva lentamente la mano destra incontrando il suo fianco, si scosta passando tra il braccio sinistro di lei e la sua vita, scorre lentamente in alto facendo attenzione a non toccarla volontariamente, non è ancora il momento.


Lei rabbrividisce, sentendo quel braccio penetrare il suo spazio vitale. Sente quella lama fatta di pelle, muscoli e sudore violarla nel modo più delicato possibile, ma non si ritrae, non si tende. Ogni sua cellula ora sembra accettare la sua presenza. Intuisce il perché lui le abbia abbassato le braccia: i loro corpi allora erano ancora estranei, i loro odori sconosciuti, le loro fisicità straniere. Ora un po’ meno, e ogni secondo che passa lo sono sempre meno. Entrambi sono consapevoli che quell'attimo del primo contatto, il primo abbraccio, sarà un momento unico, profondo.


Quando il braccio destro di lui finalmente la cinge è come se dio avesse premuto il bottone per la decompressione del mondo. Tutto inizia a girare vorticosamente con un solo punto di fuga: dove i loro due corpi si toccano. La salvezza è li, a portata di mano. Cedendo una piccolissima porzione della sua indipendenza, si tende leggermente in avanti, trovandosi al sicuro tra le sue forti braccia. Gli occhi si chiudono, il viso sprofonda nell'incavo tra il petto e la spalla. In quell'attimo si sente accolta, protetta…circondata da un energia calda, calma e rassicurante.


Sente distintamente il calore del suo corpo attraversare la camicia e arrivarle sulle guance, sulle labbra. E come se il loro corpi fossero stati creati separando un insieme originario, ed oggi a distanza di anni queste due metà si fossero ritrovate.


Ed ora finalmente è li, tra le sue braccia... L'ha circondata con il suo avambraccio destro, l'ha avvolta fino quasi a fare il giro della sua esile vita, ha ascoltato il suo respiro accorciarsi per l'emozione. Ora sono fermi e lui rallenta il suo ritmo respiratorio; lo rende più lungo, più profondo. Inspirando, il suo petto sale e aumenta leggermente la pressione sul seno di lei poi scivola via espirando. Le sta comunicando il suo ritmo, la sta invitando così ad un nuovo ballo, più intimo e più personale.


La musica è ormai partita. Le altre coppie gli passano di fianco continuando ad adoperarsi in figure circensi mentre loro sono immobili, intenti ad aspettarsi reciprocamente e accogliersi nella ricerca di una simbiosi che renda realmente uniti i due corpi in un solo unico profondo respiro.


Passa così il loro primo tango insieme, incuranti degli sguardi altrui, incuranti delle altre copie, incuranti del mondo intero.
Lentamente i respiri si allineano, i cuori rallentano, le tensioni si sciolgono. In quel momento di calma la mano sinistra di lui le sfiora le dita della destra di lei, le accarezza i polpastrelli, la lambisce sul dorso, si insinua delicatamente tra le pieghe del palmo.

A quelle nuove note il dorso della mano di lui si fa sostegno e solleva lentamente la mano e il braccio di lei, portandolo alla giusta altezza. E con un altro tango inizia la loro avventura. ....

Loro due sembrano avvolti in una luce quasi impercettibile, due ombre che si cercano attraverso un’aria densa. Le mani si stringono, l'abbraccio è famelico in un lento ondeggiare e camminare che ancora poco sa di ballo. I loro corpi lottano sommessamente tra il desiderio e il rispetto di una moralità che sta via via scemando, dissolvendosi nel buio della sala. I passi iniziano ad essere lunghi, profondi e intimi. Le loro cosce scivolano le une contro le altre in una serie di carezze invisibili.

Ogni volta che la gamba di lui scivola tra le sue, i respiri si fanno più intensi per un attimo, la presa delle mani più decisa.

La stringe a se senza imprigionarla. Ha atteso questo momento tutta la sera e la vuole tutta per se- ma senza vincoli. E attento ad ogni sua necessità di spazio, ad ogni sua necessità di impercettibile fuga. L'abbraccio con cui la cinge è un mare ondeggiante che la trascina alternando attimi di totale libertà espressiva a momenti in cui si sente completamente in suo potere.

Si perdono nell'abbraccio, accarezzati dalla musica che scandisce languidamente i loro movimenti, respirando degli odori che iniziano ad avvolgerli con l'aumentare del calore.
Nel suo incedere sente il corpo di lei stringersi e accoccolarsi nel suo abbraccio. Lei si lascia trasportare ovunque lui voglia, senza più difese e senza più timori. Lascia a lui il compito di battere il tempo dei loro passi, gli lascia il compito e l’onere di scivolare sulla musica interpretandola. Lei ascolta a lui: il suo battito, la musica che la avvolge, centellinando i suoi interventi con adorni che completino il disegno da lui proposto.
Ormai ballano senza staccarsi mai. Le cortine, i cambi di musica non li toccano più. Non esiste nessun altro in quella sala che loro. Durante una delle tante pause che si prendono tra un fraseggio e l’altro, lui si avvicina al suo orecchio sussurrandole: “Si o no?”
Lei si scuote dal torpore che l’ha avvolta, cerca di voltarsi verso il suo viso per chiedergli ulteriori spiegazioni ma lui la stringe a se come a impedirglielo, “Ti ho chiesto di scegliere…solo un si oppure un no”.
Lei resta sospesa nel dubbio. Cosa intenderà? Di che diavolo parla? Torna con la guancia sulle sue spalle, lo respira profondamente, e stringendosi a lui pronuncia un chiaro, “Si.”


A quella risposta il petto di lui torna a gonfiarsi. Ora sono i suoi i respiri irregolari, come se una forte emozione si fosse calata sulla sua testa. Perde il ritmo del ballo, per qualche secondo i suoi passi si fanno scoordinati, confusi. Quasi inciampa su se stesso. Si ferma. Si scosta da lei qualche centimetro e la guarda negli occhi un‘interminabile secondo…
 

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10 ottobre 2015 6 10 /10 /ottobre /2015 20:17
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9 ottobre 2015 5 09 /10 /ottobre /2015 17:31
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27 settembre 2012 4 27 /09 /settembre /2012 11:06

È l'Alba ormai, sono rientrato tardi stanotte e tu stavi già dormendo,

mi sveglia la luce tenue che attraversa la serranda e che flebile illumina la stanza, purtroppo non riesco a dormire una volta che il cervello registra che è giorno.

Mi guardo intorno un attimo cercando di capire dove sono, in quale casa, in quale dimensione e mentre cerco di raccapezzarmi sul dove scorgo la tua sagoma nella penombra, perfettamente delineata sotto il leggero lenzuolo appoggiato sopra il tuo corpo…

 

la linea delle spalle, dei fianchi, delle tue gambe..

linee inconfondibili, tumblr ltmh13xTBL1r2fx9jo1 500

saprei riconoscerle  ovunque e in qualsiasi condizione.

qui ci metterei un punto per terminare la parte relativa all’osservazione di quel corpo femminile scivolo lentamente nel letto tentando di non svegliarti mentre i pensieri, anche loro un po intorpiditi, iniziano a stiracchiarsi nella mia mente.

Uno di questi,

l'ultimo prima di addormentarmi,

serpeggia tra gli altri facendosi largo e reclamando un non so quale diritto di precedenza… è un pensiero caldo e impegnativo, lo lascio prender forma, districarsi e sorgere come il sole che fa capolino fuori dalla finestra.

 

Sollevo un pò la testa dal cuscino per osservarti meglio e scorgo in basso coperto dal lenzuolo

il mio sesso gonfio e teso che sembra già essersi messo d'accordo con quel pensiero che sta riempiendo la mia mente assonnata.

 

Nello spazio di letto che ci separa il lenzuolo ti lascia intravedere, indossi la tua  chemise trasparente,

sei mollemente distesa su un fianco, i capelli adagiati sul cuscino scoprono parte del tuo collo, il lobo del tuo orecchio,

 

le spalline sono  disordinatamente appese alle tue spalle e più in basso la linea della schiena disegna una curva perfetta, delicata e sinuosa…è un piacere seguirla con lo sguardo,lentamente, facendosi trasportare, quasi fosse un passo di montagna e io fossi in sella alla mia moto….  La sensazione è tremendamente simile….  Lasciar scorrere l’asfalto sotto di me senza cercare di domarlo o di vincerlo ma …scivolarci su piega dopo piega…

 

Fino al limite del tessuto che ti avvolge  e poi…  poi.

 

 

E poi lanciare lo sguardo oltre … lasciar atterrare gli occhi sulla tua pelle…  sulla rotondità dei tuoi fianchi, sulla curva disegnata dal tuo sedere.

Mi gusto l'immagine che arriva agli occhi mentre cerco di mettermi comodo,

 una scarica diretta al cervello attraversa violenta il mio corpo quanto il lenzuolo sfiora la pelle resa sensibilissima dalla mia  urgente erezione,

 

santi numi! ti voglio.

 

 

Ti voglio in un modo completamente diverso dalle altre volte, voglio tutto di te, non mi accontenterei della tua disponibilità ora,

voglio il tuo subconscio, il tuo io più segreto,i tuoi sogni... ecco,

voglio entrare nei tuoi sogni…

 

  erotismo-masculino.jpg

 

Per realizzare il mio desiderio devo cercare di non svegliarti, almeno per adesso.

 

Inizio un lento lavoro di spostamento nel tentativo di avvicinarmi e al contempo ruotare verso di te ma il materasso non mi è complice e percependo dei movimenti ti sposti  nel sonno ranicchiandoti un po di più.

.

 Mi gelo, è indispensabile che il tuo sonno resti profondo, o sarà tutto vano;

 lascio passare alcuni secondi che sembrano interminabili tanto sento frenetica la voglia di toccarti.

 Ti quieti,il respiro torna regolare,l'immobilità totale torna a caratterizzare la scena....ma ormai sono alle tue spalle.

Dirigo il mio respiro lontano dal tuo collo,non voglio tu mi senta,non ancora. Scivolo con lo sguardo sotto le lenzuola, per fortuna assumi sempre una posizione fetale quando dormi profondamente, per fortuna a tua chemise è cortissima...

 

 

Scendo con la mano lungo il mio ventre. Accarezzandomi un pò, sento il sangue pulsare, la mia verga irrigidirsi oltre ogni limite... La sfioro con la punta delle dita spingendola in avanti a formare un angolo retto con il mio corpo, quasi fosse un arpione pronto a conficcarsi e a squarciare le tue carni.

Trattengo a stento l'impulso di dare un colpo di reni e strapparti al sonno, farti svegliare dalla sensazione di pienezza, di intrusione, di piacere misto al dolore

Invece contraggono gli addominali delicatamente, mi avvicino un pò, avvicino la punta del mio sesso alle tue natiche dolci, spingendolo più in basso possibile a che si insinui delicatamente nello spazio tra le cosce e il tuo sesso,

li devo fare ancora attenzione a non sfiorare la pelle delicata e sensibile, il mio obbiettivo è vicinissimo ma proprio per questo ogni errore di contatto potrebbe essere fatale.

Continuo a trattenere il respiro mentre mi sposto ancora più avanti con il bacino,

la sento....ti sento....

Avverto chiaramente il calore che sprigiona, il tuo dolce odore scivola tra le lenzuola su su fino al mio naso, ci sono quasi ormai.

Inizio a far scivolare impercettibilmente la mia cappella gonfia tra le labbra del tuo sesso, con movimenti lenti, millimetrici...

 

 

 

Devo continuare a tenere la verga spinta verso il basso..

devo continuare a trattenere il respiro cercando di regolarlo il più possibile..

respiri lenti,lunghi, silenziosi..

l'erezione tende naturalmente a riportare la verga  parallela al  ventre;

anche se fa male tenerla così devo continuare a renderla quasi impercettibile se voglio che le sensazioni che inizia a provare il tuo corpo si insinuino nella tua testa mescolandosi ai sogni.

 

I movimenti continuano ad essere lenti, lenti tremendamente lenti ,forse impercettibili…

 

 non posso esserne sicuro ma ho come la sensazione che qualcosa inizi a cambiare….

Conosco perfettamente il tuo odore…. È il profumo che il tuo corpo inizia ad emanare quando ti accarezzo prima di fare l’amore...

 

 

 

 

 

Quella tua inconfondibile fragranza ora la sento salire dal profondo del letto, ora che i miei sensi sono amplificati dalla tensione e dal silenzio, dalla paura di essere scoperto sul fatto, dall’imbarazzo che , se ti svegliassi, potrei provare nel tentativo di darti una spiegazione..  Quel tuo profumo  arriva a me amplificato, trasportato  dal calore e dalla mescolanza dell’odore delle nostre pelli

 

 

 

E’ impossibile per me capire se quanto sto facendo stia o meno sortendo l’effetto desiderato, posso solo sperare e continuare il più a lungo possibile cercando di influenzare i tuoi sogni con le sensazioni che il tuo corpo avverte nella realtà, cosi continuo a far scivolare la punta del mio sesso teso nell’incavo tra le tue cosce, sfiorandoti appena.

 

 qualcosa sta cambiando ….

 

Il tuo respiro cambia lentamente di intensità, potrebbe essere qualsiasi cosa, un sogno, il risveglio che inizia ad arrivare, qualsiasi cosa.. ma voglio pensare che sia per causa mia…che sia causato dalle mie lentissime carezze.

 

 

Poi inaspettatamente le tue labbra sembrano dischiudersi, muovendomi avanti e indietro di quei pochi millimetri non ho ben capito dove sto scivolando, non che abbia troppa importanza, in questo  punto so per certo che sei sensibilissima ma adesso avverto chiaramente una piacevole sensazione di bagnato,

avverto la pelle opporre meno resistenza,

la carne tesa sembra un pò iniziare a scorrere più agevolmente e il calore….il calore sembra quasi aumentare... OI-247.jpg

Ti muovi un poco, il tuo respiro regolare si è fatto ora più profondo, cupo

probabilmente inizi a sentire qualcosa serpeggiare tra le pieghe del sonno.

Sono eccitatissimo..

continuo a fare un’immensa fatica a regolarizzare il mio respiro strozzandolo in gola, a dirigerlo lontano dalla tua pelle.

 

Voglio che il tuo sonno continui  il più a lungo possibile,

voglio sentirti gemere nel sonno,

voglio appropriarmi dei tuoi sogni oggi,

voglio prenderti e possederti li nel tuo inconscio,

voglio scatenare l'animale che forse neanche tu conosci e

voglio lasciarlo libero di scorrazzare nella tua mente inerme

 

e per fare questo devo continuare a controllarmi, a trattenermi in attesa che arrivi il momento in cui purtroppo o per fortuna ti sveglierai.

 

Ormai sento chiaramente i tuoi umori colare sulla mia cappella bagnandola e rendendola viscida, vorrei aumentare il ritmo e la consistenza delle mie carezze ma questo ti sveglierebbe,

magari anche piacevolmente ma ti sveglierebbe comunque troppo presto.

Quindi continuo ritmicamente, lentamente e il più delicatamente possibile a scivolare sulle grandi labbra che sembrano ormai dischiuse,

una tortura indicibile per il mio cervello, uno stillicidio di piacere incompiuto.

 

finalmente ti sento...

Sento il tuo respiro che si fa sempre più profondo... Inizi a muoverti impercettibilmente, ancheggi un poco quasi a volerti strofinare un po sopra quel corpo estraneo duro e caldo che serpeggia fuori e dentro la tua mente.

 Sono stato attento a che i movimenti fossero delicati e costanti sperando che diventassero "familiari" per il tuo sonno,come il ticchettio di una vecchia sveglia che all'inizio non ti fa dormire ma a cui oggi non badi più anzi...

 

Mi sciolgo quando ti sento gemere, mi ritraggo un poco quasi fermandomi ma intuisco che sarebbe un errore fermarsi adesso, impazzisco sentendoti proferire sussurri sconnessi che sanno di sogni bagnati... non saprei dire se dormi oppure sei sveglia...

 

Sei così dispettosa che potresti essere sveglia da un pezzo ed avermi lasciato fare nell'infantile convinzione di essere in grado di manipolare i tuoi sogni ma anche curiosa di vedere cosa stavolta aveva partorito la mia fantasia.

 

Mi ripeto che non è importante, non voglio pensarci ora,non voglio rovinare questo mio sogno... Torni a muoverti spingendo indietro il sedere, sento chiaramente la tua bocca dischiudersi e la lingua umettare le labbra, accarezzandole, un fremito, un sospiro...

 

Impazzisco quando inarchi la schiena e vieni a cercarmi nel sonno, lasciando che la mia erezione trovi una qualche collocazione naturale in mezzo alle tue natiche calde, impazzisco quando lo fai istintivamente nel sonno…figuriamoci ora.

 

 Mi blocco sentendo la tua mano scivolare sotto le lenzuola,lungo il fianco sul sedere...le tue dita che afferrano la tua natica stringendo la carne e sollevandola, aprendoti, aprendo la porta del tuo piacere... lo so, ora sei sveglia.... Non ti giri, non ti muovi.... Una flebile lama fatta di sussurro attraversa l'aria rarefatta e fresca del mattino:"non fermarti..."

 

Una iniezione di adrenalina la tua voce, la tua flebile incitazione mi ripaga dei lunghi momenti passati quasi in apnea... Ma se il gioco che ho iniziato ti è piaciuto perché smettere ora....perché non darsi un altro obiettivo più sfidante, più alto... La mia mano continua a muovere lentamente la punta della cappella tra le tue labbra ormai aperte, sento distintamente rigoli del tuo piacere colare lungo l'interno coscia fino alle mie dita che tengono ben stretta la mia erezione a che non vada a premere troppo contro il tuo sesso aperto e gonfio. Avanti e indietro lento e inesorabile come un dolce aratro che traccia un solco nella terra aperta e pulsante.

 Di tanto in tanto ti spingi verso di me ,il respiro è diventato affannoso,la lingua bagna continuamente le tue labbra che tendono a seccarsi troppo spesso, gonfie e calde anch'esse bramano qualcosa da leccare e succhiare avidamente. Questo l'obiettivo ora, portarti alla follia, la voglia inarrestabile di sentirti piena,riempita,aperta,quasi squarciata dal cazzo che continua a lambire il tuo sesso senza prenderlo mai. Voglio lasciarti il più possibile in questo limbo ad anelare di essere presa.

 

Ogni tuo muscolo,ogni tua cellula,ogni tuo pensiero deve arrivare a desiderare unicamente questo...

 

Nel silenzio della camera ormai illuminata i nostri corpi si sfregano dolcemente,

è ormai arrivato il momento di lasciare la presa,

lasciare che il mio sesso tenti di tornare alla posizione più naturale,

cosi facendo aumento la pressione sulla tua fica ormai grondante…

abbiamo entrambi un sussulto,

le carezze che fino ad ora erano leggere e delicate diventano più incisive, “l’aratro” scende più in profondità e la terra si apre ad accoglierlo…

 

ancheggi e gemi in modo ormai osceno e io guardo il tuo sedere muoversi nel tentativo di imbrigliare il mio cazzo e trascinarlo dentro di te, ma sfuggo ad ogni tentativo di presa, ogni volta che senti la punta scivolarti dentro ti spingi indietro repentina, fulminea…ma mi ritraggo altrettanto velocemente spostandomi leggermente di lato evitando cosi di riempirti…

 

sento che stai diventando quasi rabbiosa, tutti quei tentativi andati a vuoto ti stanno facendo impazzire…

 

dopo l’ultimo sembra che tu abbia rinunciato e i movimenti del tuo bacino si fanno più veloci, disordinati, istintivi…

ormai sono completamente fradicio, ti sento scivolarmi sopra con una facilità mai provata… immagino le tue cosce solcate da decine di rigoli di piacere liquido scorrere fino ad inzuppare le lenzuola, i mugolii si fanno intensi, continui, il respiro strozzato…fino a quando lo raccogli tutto… stai per esplodere,

lo sento,

lo so…

 

un attimo prima che il tuo grido di piacere squarci l’aria calma e silenziosa del mattino, con un deciso colpo di reni ti sono dentro… e finalmente ti sento… calda, avvolgente, viscida… una sensazione che non so contenere, delineare,definire mi esplode dentro e fuoriesce come un fiume in piena… rapito dal tuo grido mi ritrovo a godere come non ho mai fatto inondandoti col mio piacere..un grido liberatorio, vibrante,prolungato…

 

nessun altro movimento da parte di nessuno dei due… solo l’esserti scivolato dentro e le contrazioni ritmiche e avvolgenti di due orgasmi che esplodono all’unisono fondendosi…

 

rimaniamo cosi, immobili, abbracciati, storditi non so bene per quanto tempo… i corpi perfettamente coesi… i respiri che lentamente iniziano a rallentare.. la voglia di prolungare quell’attimo il più possibile…

 

 

Poi  un sussurro taglia di netto il silenzio:”mmmm  questo si che è un buongiorno….”

 

Scoppiamo a ridere …

 

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30 gennaio 2010 6 30 /01 /gennaio /2010 17:46

 

Fa un freddo boia questa sera, sono riuscito ad uscire indenne da quello che i più chiamano centro commerciale ma per me è l’ultima frontiera della dannazione terrena, rielaborazione  per nulla fantasiosa di un girone dantesco, non vedo l’ora di essere a casa al calduccio, tranquillo, sereno con te al mio fianco a chiacchierare della nostre rispettive giornate a scambiarci le impressioni, i consigli su come affrontare quello che quotidianamente ci capita, a congratularci per le vittorie e perche no, a consolarci per le eventuali sconfitte …

sono davanti alla porta di casa quando un’idea si insinua nella mia mente come un ago…

mi fermo a pensarci su, immagino la realizzazione lo svolgimento il piacere che ne scaturirebbe …sorrido.

Dopo essermi soffermato un poco a godermi il dolcissimo pensiero mi costringi a tornare alla realtà,  mi aspettavi sulla porta e vedendomi restare in auto mi raggiungi e bussi al vetro con aria interrogativa e leggermente preoccupata…

ti sorrido ed esco per salutarti e abbracciarti, “tutto bene tesoro, non preoccuparti, solo un ragionamento in corso che doveva essere finito…”sollevi al testa al cielo ironica come in attesa di un segno divino.

Rientriamo in casa stringendoci uno all’altra per sentire meno freddo e anche perche in fin dei conti è tutto il giorno che non ci si vede,.

Casa è come la immaginavo, una luce soffusa, la temperatura quasi tropicale, la tv accesa e la tavola pronta…

un sogno..

sogno che si incrina leggermente quando ti sento dire: “cosa  mi prepari di buono stasera?”…

 

dovevo immaginarlo … era tutto troppo bello… borbotto un po mentre mi dirigo verso la camera a letto per togliermi giacca e cravatta,  mentre ritorno in cucina siedi mollemente sul piano i lavoro sorreggendo due calici di vino bianco, mi sorridi beffarda;

“in fin dei conti quello che si vanta sempre di essere un cuoco provetto  sei tu…  io devo imparare…” finisco di rigirare le maniche della camicia, il collo è gia  abbondantemente sbottonato, se non sapessi che cosi vestito ti faccio impazzire dovrei inventare qualcos’altro per stuzzicarti e vendicarmi del brutto scherzo che m’hai appena tirato, prendo il calice sfiorando il dorso della tua mano con la punta dei polpastrelli, accenni un sorriso ammiccante.

Nell’aria il suono della tv bassa riecheggia inascoltata ma ci piace fingere di dargli ascolto mentre chiacchieriamo dei nostri affari, la stanza è illuminata da due piccole lampade distanti tra loro, il piano di lavoro della cucina ha una luce tutta sua,

mi piace che la stanza non sia inondata da un’unica e fredda luce, illuminare solo dove ce n’è bisogno è particolarmente rilassante.

Inizio ad armeggiare con le varie pentole e padelle, non ho ancora la benche minima idea di cosa cucinarti,

guai a lasciartelo intuire,

poggio una grossa padella sul fuoco versandoci dentro un buon quantitativo d’olio, sicuro, diretto, lo sguardo concentrato di chi sa perfettamente cosa sta facendo …  se sapessi che non so ancora se sarà aglio,olio e peperoncino o tonnarelli al mirtillo e formaggio fuso scoppieresti a ridere vedendomi cosi concentrato.

 

Inizio a raccontarti della mia giornata, dei guai in ufficio delle discussioni con i capi e delle soddisfazioni che iniziano ad arrivare e intanto apro il frigo cercano i funghi secchi, continuo a parlare mentre li metto in ammollo,

tu, sempre seduta sul piano i lavoro mi obblighi movimenti circensi per riuscire a portare avanti la preparazione della cena, ma è troppo bello averti li, con il tuo bicchiere in mano, le gambe accavallate, le caviglie scoperte dalla gonna e il viso attento a tutti i miei movimenti e al racconto della mia giornata.

Hai una gonna scura, un po pesante, le scarpe le hai tolte da un pezzo infatti ce le ho tra i piedi mentre cucino, una camicia leggera chiara, i capelli legati in uno chignon, la camicia è pericolosamente aperta  lascia intravedere l’unica cosa al mondo che riesce a catturare la mia attenzione in qualsiasi momento e qualsiasi cosa io stia facendo.

Difficile concentrarsi sulla cena in queste condizioni, di tanto in tanto devo fermarmi, bere un sorso di vino e recuperare lucidità, non senza essermi perso per una frazione i secondo in quel decoltee…

 

E diamine non ti sfugge mai …

 

Mi sono trovato spesso a domandarmi se tutte le donne hanno questa tua capacità, riuscire ad accorgersi quando un uomo, anche per un decimo di secondo, perde il lume della ragione guardano nella loro scollatura,

ormai è un  classico, io che involontariamente mi ci perdo e subito dopo sollevo lo sguardo per capire se te ne sei accorta.. e immancabilmente i tuoi occhi accompagnano i miei sorridendo …

ma cosa avete? Un sensore che si illumina quando qualcuno vi guarda nella scollatura? Sta di fatto che come un bimbo preso in piedi sulla sedia con le mani nel barattolo dei biscotti; tento, balbettando, di argomentare qualche scusa pietosa e prima di rituffarmi nel mio soffritto.

 

I funghi iniziano a cuocersi crepitando nell’olio bollente mentre tu mi racconti del traffico per andare e tornare dal lavoro, del fatto che le donne al volante sono una maledizione divina, delle tue colleghe più o meno incasinate nelle loro storie sentimentali, del fatto che il tuo supervisore è un nullafacente e che devi sbrogliarti tutti i casini da sola senza poter contare minimamente in colui che dovrebbe supportare te e i tuoi colleghi …. Tutta una serie di cose che già so ma che devo risentire ogni volta con rinnovata attenzione ….

Mentre ti passo accanto con la pentola della pasta ti do un bacio per interrompere il tuo racconto, “dai che è pronto, narratrice folle!”

Rimani  un attimo interdetta, ti ho interrotta si.. ma in che modo …

non sai bene se arrabbiarti perche interrotta o essere contenta del fatto che l’ho fatto con un bacio …  decidi di darmela vinta anche perche la fame comincia a farsi sentire.. ci sediamo e iniziamo a gustare questo esperimento con i funghi porcini praticamente croccanti e un velo di prezzemolo finemente tagliato.

 

 Incredibile …   ti piace…

“vedi che sei bravo quando ti applichi?”.. adesso sono io che rivolgo lo sguardo al cielo in attesa di un qualsiasi segno divino…

La cena prosegue tra bicchieri di vino e chiacchiere allegre, di tanto in tanto ti ritrovo che inveisci fulminea e inarrestabile perche alla televisione è passato questo o quel politico, mi stupisce sempre la passione che ci metti quando auguri atroci sofferenze ai politici che disprezzi non dimenticando le loro discendenze.

 

Finito di mangiare ti alzi da tavola accennando una tentativo di rassettare la tavola, ti  fermo afferrandoti per una mano, “lascia amore , non è il caso, faccio io tu vai a fare una doccia che sei piuttosto tesa … qui finisco io..”

 

Mi baci appassionatamente sedendoti sulle mia gambe , ma quasi istantaneamente tento di alzarmi dalla sedia facendoti capire la mia indisponibilità…  resti interdetta…   “ho fatto qualcosa che non va?”…  cerco di  tranquillizzarti bacandoti sulle labbra…”se c’è qualcosa che non va basta dirlo, te lo leggo in faccia che hai qualcosa nella testa”, “nulla tesoro,solo voglio riassettare qui prima di andare a dormire…”

 

Una coltellata …. 

 

È quella che mi daresti ora per aver messo i piatti prima di te…  con la testa talmente piena di domande da far rumore ti avvii verso la doccia…

 

Esci dalla doccia dello stesso umore con cui ci sei entrata,esci dal bagno ma è tutto buoi, mi chiamo una volta  ma non ricevi risposta,

continui ad asciugarti i capelli mentre accenni qualche passo nel buio della camera e intanto continui a chiamarmi, ogni volta con un tono sempre più alto e infastidito…

non sei ancora arrivata alla porta della camera che qualcosa ti trattiene l’accappatoio, tiri un poco ma non viene via,tiri ancora ma nulla, torni un passo indietro pensandoti agganciata a qualcosa ma non è cosi..

uno strattone e hai le spalle scoperte, nel buio più impenetrabile, ancora uno e l’accappatoio vola via, urli il mio nome nel buio ma non ricevi risposta “ pezzo di deficiente, la smetti di fare il matto?”

il tono della voce è teso, una vibrazione lascia intuire una venatura i paura.

Sei nuda con solo un asciugamano a raccogliere i capelli bagnati, ti volti e ti rivolti nel buio tentando i afferrarmi con le mani ma non trovi nulla, di nuovo una spinta, forte inaspettata di fa cadere sul letto, urli…

I tuoi occhi non si sono ancora abituati al buio, riesci vagamente a scorgere una figura che si muove silenziosamente  nell’oscurità, raccogli le gambe al petto ora realmente impaurita ma non te lo lascio fare,

afferro una caviglia e la tiro verso il fondo del letto, poi lo scorrere di nastro di raso e la gamba è bloccata… 

continui ad urlare il mio nome seguito da appellativi di volta in volta più coloriti…

non vieni ascoltata, l’altra gamba viene afferrata e trascinata verso il fondo del letto…  bloccata anche questa… ti tiri su e allunghi le braccia per liberarti le gambe  ma anche queste vengono bloccate e tirate stavolta verso l’alto, una serie di movimenti veloci e decisi, non riesci più a muoverti, ti ritrovi distesa sul letto al buio, completamente nuda.

La tua mente inizia ora a volare in fantasie tremende, sei li  in balia di chissà quale folle che è entrato in casa, ha sgozzato il tuo uomo che era intento a lavare i piatti e ora …

Oppure ha prima abusato di lui in silenzio e ora non contento si appresta a fare a pezzi te…

Sei paralizzata dal terrore quando senti qualcuno avvicinarsi strisciando sul letto,  la voce ti si strozza in gola, vorresti urlare, saltargli al collo e sbranarlo ma i tuoi muscoli non rispondono, sono  lì gelati, non ci sarebbe bisogno nemmeno dei legacci per tenerti immobile sul letto..

 

La figura strisciante si piazza accanto a te,  tenti di scansarla come puoi agitandoti e scalciano ma è tutto inutile, i legacci alle braccia e alle gambe fanno il loro lavoro,

a quel punto la figura si allunga su di te coprendoti gli occhi con un lembo di stoffa , scrolli la testa per impedirglielo ma è praticamente impossibile …

 

rimani li immobile,cieca a tutto quello che ti accade intorno, i secondi si dilatano all’infinito, tremendi;

 inenarrabili i pensieri che ti attraversano la mente, mentre ti contorci nel vano tentativo di liberarti… 

 

poi una voce nell’oscurità, la mia

 

 “fermati…  “

 

un  odore pungente, leggermente acre ti arriva al naso non riesci a definirlo e mentre ti domandi cosa sia,

un’ondata di calore sembra piombarti direttamente sul seno,

una carezza calda, avvolgente, ti ritrai per una frazione di secondo non riuscendo a capire di cosa si tratti ma la sensazione che ti trasmette è dolce, troppo dolce per essere ignorata.

La carezza scende dal capezzolo verso l’incavo tra i  seni e da li giu, giu verso il ventre ma si ferma..

Ora si sposta leggermente andando a colpire lievemente l’altro capezzolo, inondandolo e spostandosi lentamente intorno disegnando dei cerchi concentrici sopra tutto il seno,ora senti le lingue calde scendere non solo verso il centro del tuo petto ma anche ai lati, la sensazione è piacevolissima, la pelle tesa per la paura inizia a rilassarsi ad ascoltare queste strane dolci sensazioni,

inarchi un poco il busto quasi a cercare un’altra onda di calore quando questa si interrompe, le carezze che colano dall’alto sul tuo corpo rallentano e si fermano troppo velocemente, lambendo solamente il tuo ventre impedendoti di soddisfare la curiosità di scoprire quale sensazione potrebbe scaturire da una carezza cosi calda se questa arrivasse più in basso, molto più in basso.

Il tuo carnefice non si lascia sfuggire questa tua richiesta e come si confà ad un vero carnefice evita accuratamente di soddisfare  questa tua sommessa richiesta, le carezze sono sospese per qualche attimo per poi tornare più calde e delicate sulle tue cosce,

riesci a seguire i movimenti, il tragitto che fanno, un lento zigzagare da destra a sinistra, dentro e fuori lambendo sempre più da vicino l’interno delle cose, dove la sensibilità al calore è più intensa, ma dalla carezza che cade dall’alto hai ormai imparato nascono altre mille carezze che seguono le onde del tuo corpo e qui la tua voglia viene in parte soddisfatta, alcune di queste ti scivolano in mezzo alle cosce. Per quanto le corde siano strette e lontane l’una dall’altra riesci a far scivolare una coscia contro l’altra e a dare una dimensione a cio che ti arriva a dosso..  è liquido.

 

Strofini l’interno coscia una contro l’altra per capire meglio ma il getto torna a salire passando a pochi centimetri dal tuo sesso e il respiro ti si strozza in gola… riesci solo a mugolare qualcosa che assomiglia ad un “no..” 

Ormai la carezza è continua e prolungata, semovente, ti sale lungo la pancia, compie lenti e inesorabili cerchi intorno al tuo seno risalendo e riscendendo, le lingue calde colano un po ovunque moltiplicando mille volte le sensazioni che ogni singola carezza riuscirebbe a darti, poi quasi fosse un errore del carnefice una di queste lambisce le tue labbra…

La tua lingua rapida le percorre già gonfie  fino ad appropriarsene e rapire quella strana materia la cui conoscenza ti è stata preclusa fino a quel momento….

 

Cioccolata.

 

 

 

E’ cioccolata fusa…

 

Mentre stai ancora sorridendo un filo di caldo liquido arriva diretto nella tua bocca, quasi a zittire ogni possibile commento;

immediatamente la apri per raccoglierne il piu possibile e la tua lingua inizia a giocare voluttuosamente con quella calda cascata di dolcezza, non vieni esaudita del tutto visto che chi manovra non ha la benche minima intenzione di lasciare che tu la beva tutta,

ecco quindi che il getto inizia a muoversi lentamente intorno alla tua bocca,

lo segui finche puoi ma nulla puoi se chi dirige ha il preciso intento di vedere la tua bocca colorarsi di cioccolata.

Ti lasci sporcare, lasci che chi ti guarda veda quel nettare colarti lungo le guance , sul collo, fino al seno.. 

Ora che hai la consapevolezza diventa tutto ancora più interessante, eccitante.

Ti lasci percorrere in lungo e largo da quella cascata di dolcezza, non opponi piu alcuna resistenza, lentamente le tue gambe si aprono quasi invitandomi a sperimentare quale potrà essere la sensazione nel sentire quella carezza calda proprio al centro di tutti gli universi.sesso-afrodisiaco 03

 

 

Ti accontento e ne faccio colare prima un leggerissimo filo proprio sul tuo clitoride per poi aumentare il getto sollevano il più possibile il punto di partenza a che arrivi più pesante e penetrante, lentamente mi sposto di qualche centimetro più in basso andando ad insinuarmi tra le tue labbra e queste si aprono sotto il getto caldo, si gonfiano lasciandosi lambire e attraversare …  finalmente ti sento urlare … finalmente.

 

Tutta la sera che aspetto questo momento, verso lentamente tutto il contenuto tra le tue gambe aperte mentre con l’atra mano ti sciolgo dai legacci.

Immediatamente mi afferri per la camicia tirandomi a te , le nostre lingue si avviluppano impastando le nostre salive con la cioccolata che ancora ti copre le labbra, riesco a fatica a liberare anche l’altra mano  mentre il mio petto si appoggia sul tuo sento lo strato di cioccolata che ti ricopre spezzarsi  sotto il mio peso, schegge di cioccolata prima fusa e ora solida iniziano a staccarsi dalla tua pelle.

Il sapore ci inebria esaltando i sensi, sei ormai praticamente libera quando i miei pantaloni e la camicia volano via, i nostri corpi aderiscono perfettamente resi viscidi dalle schegge di cioccolata che ora tornano a fondere compressi tra i nostri corpi accaldati, è bellissimo sentirti scivolare su di me, leccarti e sentire il tuo sapore nuovo in questa nuova mescolanza.

 

Mentre ti accarezzo scopro che non tutta la cioccolata versata è riuscita a solidificare, quella versata tra le tue cosce, sul tuo sesso non ha mai lasciato lo stato liquido mescolatosi sapientemente con il tuo piacere crea una mistura dolcissima, inebriante, di cui non mi sazierei mai…  ma non mi permetti di saziarmi i questo caldo nettare, afferri il mio viso con entrambe le mani e prima che io possa leccare via tutta la cioccolata  accompagni la mia verso la tua bocca e il mio sesso teso e caldo dentro di te.

La sensazione è setosa, calda avvolgente come non mai,mi sembra di sprofondarti dentro, mai i nostri corpi sono stati più uniti di cosi, questo nuovo “sudore” ci unisce, riempiendo ogni singolo millimetro di spazio libero, permettendoci di scivolare l’uno contro l’altro, l’uno dentro l’altro.

La mia lingua torna a avvilupparsi alla tua, i nostri ventri si uniscono come i palmi delle nostre mani, le dita intrecciate a imprigionarci l’uno all’altra,

 

 

Un brivido corre lungo tutta la mia schiena quando sento il tuo sesso comprimersi e abbracciare con spasmi ritmici il mio, un unico prolungato e inarrestabile urlo squarcia l’aria della stanza, le pareti stesse sembrano tremare mentre il mio e il tuo corpo si sciolgono mescolandosi e trasformandosi in cioccolata…

 

Restiamo abbracciati per  cogliere e godere di ogni singolo tremore del corpo dell’altro, ogni singolo fremito.

Mi risveglio cosi al mattino abbracciato a te, con un profumo di cioccolato persistente e inusuale, mi alzo lentamente per non svegliarti, quando torno non sei ancora sveglia, nel sedermi sul letto mi cade l’occhio sulle lenzuola…

 sex chocolate

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scosto la coperta scoprendoti un poco….

Quello che mi si para davanti è uno spettacolo dolcissimo, tutta una notte  passione imprigionata in un dipinto indescrivibile,

sulle lenzuola e sul tuo corpo la mappa di tutti i baci, le carezze, i morsi e il desiderio.

Ti svegli mentre sono ancora attonito nell’osservare quell’opera unica e irripetibile, ci metti un po a capire cosa io stia guardando, poi mollemente ti sollevi sui gomiti cercando di tenere aperti gli occhi ancora un po appiccicati dalla cioccolata e ti guardi intorno cercando il caffè di cui inizi a sentire l’odore;

resti anche tu sbalordita dall’immagine che ti si para davanti, mentre ti porgo il caffe mi sorridi sorniona e dopo avermi ringraziato ancora un po  confusa ..

 

“pensare che da ieri mattina sono ufficialmente a dieta …:)”

 

 

 

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12 dicembre 2009 6 12 /12 /dicembre /2009 22:52

metro-parigiUna calca assurda, l’aria che tende velocemente a farsi rarefatta, gente di tutte le etnie che spinge e tira e spinge ancora alla continua ricerca di uno spazio, del loro spazio, io che mi muovo a fatica cercando intorno, sollevandomi sulla punta dei piedi per allargare lo spazio visivo ma è inutile…poi si alza il vento ma è caldo, umido, forzato… tutti che fremono che iniziano ad agitarsi e ricominciano le spinte, le sgomitate un sibilo.. e le luci del metrò che finalmente arriva salvarci tutti da questo girone infernale….
 Riesco a guadagnare a fatica l’ingresso, un posto vicino alla porta e quando questa si apre vengo letteralmente scaraventato dentro mentre la grossa busta nera che reggo in mano rimane agganciata alla parete esterna del convoglio; per paura che i manici si strappino lancio un’occhiataccia al ragazzino che è dietro di me e che la tiene premuta contro la parete… lui se ne rende conto, la libera e finalmente sono dentro con il mio prezioso “bagaglio”. Entrano tutti, la calca che si era creata sulla banchina ora è decuplicata, sono circondato da ogni parte, finalmente le porte si chiudono e il treno inizia a muoversi… aria…
Il vento che prima mi era sembrato caldo, ora che entra dai finestrini aperti porta con sè un sollievo insperato ma il viaggio è lungo e io ho perso qualcosa su quella banchina affollata. Mentre mi guardo intorno la mia attenzione viene rapita da un’immagine in mezzo a tutte le altre, una figura tra decine mi rapisce la perdo coperta da una miriade di teste e di braccia che ondeggiano, si muovono,torno a vederla di nuovo … lunghi capelli neri scendono morbidi sulle spalle, e giù lunghi a perdersi in mezzo a quella miriade di corpi ondeggianti mi scosto un po’dai miei compagni di viaggio, cerco di seguire i movimenti imposti dal treno in corsa, le accelerazioni e le frenate che prima mi sbilanciavano ora sono diventate la perfetta scusa per spostamenti rapidi e determinati,tento di avvicinarmi a quella che sembra essere l’unica cosa degna di nota in un marasma di corpi maleodoranti e invasivi. Il bagaglio c’è, me lo porto dietro, mi intralcia e mi rallenta, ma non posso mollarlo, fatico non poco a farlo passare tra la gente, ma con qualche sorriso, un po’ di determinazione e una dozzina di scuse vado avanti…
Sollevo lo sguardo per ritrovare il mio obiettivo e non c’è più… preso da un attimo di sconforto, mi guardo intorno, lo cerco, inizio quasi a sgomitare accelerando il mio difficoltoso incedere tra la calca. Riappare, per fortuna non è scesa. Ormai mi manca poco… sono quasi arrivato.. inizia a delinearsi una figura flessuosa, la pelle olivastra, le morbide curve che si delineano sotto la giacca del tailleur grigio antracite ricalcano perfettamente ciò che avevo immaginato esser celato al mio sguardo, le dita che delicatamente afferrano il sostegno cilindrico spalancando un mondo di oscene fantasie…
 La sorte mi è favorevole, una fermata di scambio importante fa quasi svuotare il vagone ma subito dopo una nuova ondata di persone si riversa dentro, riportando la pressione ai livelli iniziali..ma le sono vicino ormai…
Le scivolo impercettibilmente dietro lasciandomi sospingere dalla gente che si accalca alle mie spalle, la giacca che avevo intravisto da lontano è accompagnata dalla più femminile delle gonne sopra il ginocchio, un deciso spacco mi ha lasciato intravedere per un attimo delle cosce tornite e affusolate,
mi arriva il suo profumo come un ago direttamente al cervello, respiro avidamente quell’aria carica di aromi che sembrano avere un effetto stordente. Ho un attimo di esitazione, l’anziana signora che è dietro di me si agita cercando non so cosa nella sua borsa, si muove, mi pianta un gomito nella schiena spingendomi contro la schiena della mia bella misteriosa e io ho quasi il timore di toccarla visto l’effetto che il solo suo profumo sembra avere sul mio corpo e la mia anima tutta, cerco di mantenere la distanza con tutte le forze contrastando la pinta della signora affaccendata ma è inutile, lotto una guerra impari tra un timore razionale e tutti i miei sensi che in accordo con la vecchia signora mi portano delicatamente verso il suo corpo, mi sto perdendo… mi sto perdendo con il viso a pochi centimetri dai i suoi capelli, il suo profumo ormai mi pervade, mi invade, mi scioglie e infiamma e io mi abbandono vinto a quelle sensazioni. Il mio petto aderisce alla sua schiena, i muscoli si tendono istintivamente quasi ad accogliere quel corpo, ho la pelle d’oca quando mi accorgo che il mio basso ventre sfiora le sue natiche, riesco quasi a sentirne consistenza, la forma le rotondità.
E continuo a respirarla, ad ubriacarmi della sua essenza, ad inebriarmi del suo esistere. Il movimento del convoglio lanciato in quelle infinite e oscure grotte mi allontana e riavvicina ritmicamente da lei e ogni volta lo sfiorarla è una scossa viscerale, assecondo l’ondeggiare del treno, rendendo il contatto come fosse un’infinita e calda carezza fatta con tutto il corpo, ondeggiamo carezzandoci ma rimanendo ben saldi ai nostri posti, ogni altro movimento sarebbe impossibile quasi prigionieri tra centinaia di altri corpi, ignari testimoni dell’incendio che sta divampando nel mio corpo.
E divampa, impossibile trattenerlo, impensabile domarlo, la mente ormai ottenebrata dall’aroma che attraverso l’olfatto la rapisce, cede anche l’ultima resistenza e il respiro inizia lentamente a farsi più caldo e affannoso. Non posso trattenere il mio sesso che istintivamente si tende e inizia a premere contro i pantaloni, violento e incurante dello spazio e del tempo,della gente che mi circonda, che parla, che legge che ride che ascolta la musica, incurante di quella parte del mio essere che imbarazzata ancora tenta di reprimere i sensi…
Ti sento ancora di più ora, la mia sensibilità è oltre l’immaginabile, riesco a sentire la leggera ruvidità del tessuto della tua gonna, le cuciture , il solco dolcissimo delle tue natiche, sono perso… Il mio caldo respiro ti arriva sul collo facendo ondeggiare leggermente i capelli, creando una lunga e bollente carezza fin dietro le orecchie, sto respirandoti, sto respirando solo te.
Non esiste più il metrò, non esiste più la gente che ci circonda, non esistono più fermate che passano, luoghi di partenza, destinazioni da raggiungere solo il mio corpo che ti accarezza con tutto se stesso,esiste invece l’incoscienza e il desiderio.
Non mi domando se tu ti sia accorta di nulla perché ormai nulla ha più importanza e finalmente ti sento… Sento il tuo respiro farsi profondo, il tuo corpo caricarsi di quell’aria rarefatta, la tua testa reclinarsi impercettibilmente, la tua schiena accennare una leggera curvatura per avvicinarsi, per sentire il mio desiderio accarezzare e scorrere tra le tue natiche… è un accordo silenzioso, un accettarsi istintivo, un desiderio che permea io tessuti pungendo la pelle. Tenendoci stretti al sostegno, ora che siamo coscienti l’uno dell’altra e di ciò vogliamo, iniziamo a cercarci con maggior decisione, il mio sesso ormai duro e teso allo spasimo affonda in mezzo al tuo sedere scivolando sempre con maggior forza cercato dal tuo corpo che sembra accoglierlo con lo stesso desiderio, voglia di sentirlo, di toccarlo, di possederlo in tutta la sua forza. Ormai siamo uniti, solo i leggeri strati di tessuto ci separano, premiamo uno contro l’altra per godere ogni attimo di piacere che questo galeotto incontro potrà regalarci. Ritmicamente mi piego leggermente sulle ginocchia a che la pressione della carezza parta dall’unione delle tue cosce aprendo con decisione le tue natiche fino all’inizio della tua schiena e tu che inarchi il più possibile la schiena perche questa carezza possa raggiungere gli strati di pelle più prossimi al tuo sesso che immagino ormai essere caldo e accogliente, ogni volta che mi allontano per scendere e risalire ondeggi un poco a che la pressione del mio sesso apra di più le tue natiche, a che la carezza sia più profonda, i movimenti si ripetono lenti , gli occhi sono ormai chiusi da tempo le menti perse in quell’estasi di contrabbando, il mio viso affondato nei tuoi capelli, il tuo capo reclinato quasi a toccare le mie spalle … I respiri sono ormai quasi sincronizzati, i muscoli tesi a spingere i nostri ventri l’uno contro l’altro alla ricerca di un contatto che vada oltre l’epidermide stessa, completamente assorti l’uno nel respiro dell’altra. Il mio cazzo è teso allo spasimo, la mia erezione è violenta, tesa, pulsante e ho la sensazione che per te sia lo stesso, ci stiamo strofinando uno contro l’altra in modo cosi forte e passionale che sento nell’aria il profumo misto ora all’odore dolce dei tuoi umori…li sento attraverso la tua pelle, misti al tuo sudore, salire dal tuo basso ventre… Il tuo odore mi inebria, mi stordisce, mi eccita se fosse possibile ancora di più, te ne accorgi Inarchi ancora la schiena a sentirmi di più, lo sento , ti sento perdo completamente il controllo, non resisto più a non sentirti mia, a non sentirti tutto intorno al mio sesso, a sentirmi dentro di te… stacco la mano destra dal sostegno e in un gesto fulmineo afferro il tuo fianco per tirarti con forza a me, a riempirti, a prenderti a sentirti oltre ogni limite.. reclino la testa mentre ti stringo forte..
È in questo momento che sento per la prima volta da quando è iniziata questa follia la tua voce… un gemito di piacere, profondo, caldo, vibrante…
Strozzi in gola quella vibrazione, realizzi solo ora dove siamo, chi abbiamo intorno, a fatica apri gli occhi per guardarti intorno, quel gemito è stata una scossa di realtà, anch’io mi risveglio dal torpore e come te cerco di aprire gli occhi e capire chi dei nostri compagni di viaggio ti abbia sentito gemere…

Con gli occhi spalancati di due bambini scoperti con le mani nel barattolo dei biscotti ci guardiamo intorno in un vagone… vuoto. Siamo ormai alla fine della tratta, al capolinea.

Scoppiamo a ridere insieme, ti giri verso di me e mi abbracci forte, continuiamo a ridere l’uno nelle braccia dell’altra… sereni, complici, innamorati.
Quando ci stacchiamo occhi negli occhi lascio scivolare la tua mano sulla mia spalla, giu lungo il braccio alla ricerca della mia mano, quando la trovi senti che stringe qualcosa.. ti stacchi un poco per vedere di cosa si tratta, sono i manici della busta di una famosa casa di moda…
mi sorridi riconoscendola e mi baci dolcemente sulle labbra, ti sorrido a mia volta e guardandoti negli occhi con uno sguardo sornione ti sussurro:

” tesoro, la prossima volta i tuoi acquisti li porti tu…”

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20 settembre 2009 7 20 /09 /settembre /2009 09:06

...cibarsi l'uno dell'altra arrivando paradossalmente a farlo realmente,
bevendosi e succhiandosi..
strappandosi di dosso brandelli di carne,
alla ossessiva ricerca di un contatto che vada oltre il limite dell'epidermide stessa...

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