Esci dalla doccia con ancora un po intontita dai pensieri e le fantasie contrastanti che ti ronzano nella testa, ti infili l’accappatoio e mentre raccogli i capelli nell’asciugamano ti fissi allo specchio che ti si para davanti.
Che strana sensazione hai provato, in quella doccia pochi minuti fa ti sei sentita tornare adolescente, le prime nuove sensazioni sotto la doccia o nel letto di notte quando ti ritrovavi cavalcioni sul cuscino e non riuscivi a fermare il tuo corpo dallo sfregarsi delicatamente contro il fresco cotone della federa,
lo stupore per quei nuovi e strani desideri che sentivi nascere dentro, incontrollabili e dolcissimi. Con il tempo, con le esperienze quell’eccitazione, quella voglia di scoprire, lasciarsi andare al desiderio alle emozioni, quella starna sensazione di “proibito” un po si era assopita lasciando spazio alla consapevolezza della sessualità e a nuove emozioni, desideri,piaceri.
Nonostante tutto quello che poi la vita t’ha messo in condizioni di scoprire e sapere vivendo, quei momenti solitari passati sotto la doccia o nel letto, quelle emozioni un po ti erano sempre mancate e l’averle riprovate ora ti turba un poco ma ti rende anche felice per aver rivisto in te la ragazza curiosa e appassionata che eri.
Ti aggiri in casa fresca e rilassata, un po infagottata tra accappatoio e asciugamano, aprendo tutte le finestre che ti capita di incrociare, mentre apri l’ultima tornando in bagno ti rendi conto di un rumore che prima tra il ronzio delle cicale e quello della doccia era passato in secondo piano, e del fatto che gia quando eri stesa a prendere il sole il tuo cervello lo aveva registrato e archiviato come suono consueto.
il tocco ritmico e sordo inconfondibile del legno, in lontananza, echeggiante, ti soffermi ad ascoltarlo e ti rendi conto del perche non lo avessi notato, in effetti sparisce per periodi più o meno lunghi per poi tornare a perforare l’aria calda, saresti curiosa di seguirlo per capire chi o cosa lo emetta ma ti rendi conto di essere ancora in accappatoio e non è cosa buona aggirarsi per i boschi seminuda…
oppure si?
Sta di fatto che cerchi le sigarette e ti rimetti in finestra a fumare aspettando che l’asciugamano e l’aria calda ti asciughino senza fatica.
Il rumore sordo di legno torna a farsi sentire, cerchi di seguirlo come se fosse un colore o un odore, con lo sguardo lo segui e la tua attenzione si posa sulle cime del bosco di castagni poco lontano da casa.
Mentre sei assorta alla ricerca della fonte del rumore uno dei gatti balza al tuo fianco sul davanzale della finestra, ti giri di scatto e ti ritrovi faccia a faccia con una bella gattina nera rea, lo sguardo vispo e il musetto dolcissimo, rimani li una frazione di secondo a perderti nei suoi occhi gialli, le pupille feline nere e profonde, ti perdi quasi nelle sue profondità arcane. Ma si sa nessun gatto fa quello che vorremmo e questo non fa eccezione cosi mentre tu sei ancora ochi negli occhi questa salta giu dalla davanzale della finestra e si sofferma un’attim o ad osservarti quasi volesse comunicare qualcosa, hai allungato istintivamente la mano per afferrarla mentre lei scendeva ed ora la osservi dalla finestra tentando di comprendere cosa stia tentando di comunicarti.
Nonostante siano passate delle ore l’aria è ancora calda e il sole picchia forte, sei in accappatoio che intanto ha completamente asciugato il tuo corpo e i capelli, la batta è al fuori che miagola in modo strano, ti osserva..ti aspetta.
In uno slancio Dooliteliano credi di aver afferrato il messaggio, vuole essere seguita , cosi sorridendo ti togli l’asciugamano che reggeva i capelli e rientri in casa con l’idea di seguire questa nuova avventura.
Esci di casa in accappatoio e di nuovo scopri quant’è ancora soffocante il caldo dell’esterno, ci fai poco caso, sei attenta ai movimenti di quella macchietta di pelo nero che scivola silenziosa tra l’erba più o meno alta, ti muovi con circospezione, sei in ciabatte e l’erba inizia un po graffiarti mentre la attraversi con le gambe nude.
È difficile starle dietro ma inizia capire che si sta dirigendo verso il piccolo bosco di castagni poco distante da casa, sai che li l’erba è più bassa quindi non ti affatichi troppo nel tentativo di starle dietro anche perche per farlo dovresti tirare su i lembi dell’accappatoio e zampettare come fa lei saltando i ciuffi d’erba che ti si parano davanti, l’idea di te che ti tieni l’accappatoio e saltelli per i prati è molto più imbarazzante del perdere di vista il felino.
Ormai sei dentro il bosco, l’aria qui è più fresca, il vento muove le fronde degli alti alberi e la luce è più moderata, ami spazi di ombra si intervallano a zone dove il sole arriva diretto , a differenza del prato appena attraversato dove il sole ha ormai seccato le piante più delicate qui il suolo è completamente ricoperto di piccoli fiori viola e bianchi, l differenza di luce tra i vari angoli della radura rendono i colori dei fiori ancora più vividi e la leggera brezza che si muove dalla valle attraverso gli alberi inizia a sussurrarti qualcosa all’orecchio.
Dopo esser restata per una manciata di secondi affascinata da la visione che ti si è parata davanti al tuo ingresso nel bosco inizia guardarti intorno alla ricerca della tua gatta, ti guardi tutto intorno ma non c’è traccia di lei , tra le fronde degli alberi alti, in mezzo ai fiori, negli angoli un po più nascosti della radura,
niente sembra essersi volatilizzata, ma non vuoi demordere quindi inizi una lenta perlustrazione gustandoti il fresco e il profumo che si leva delicato dai fiori che ti circondano.
Fai molta attenzione a non oltrepassare i margini della radura, li la vegetazione si fa più fitta e il non sapere dove metti i piedi quasi nudi non ti trasmette une piacevole sensazione, ormai hai percorso tutto il perimetro della radura, ma della tua gatta nemmeno l’ombra, ti fermi per riprendere un attimo fiato mettendo le mani sui fianchi con aria leggermente infastidita.
Pensi quindi di fermarti li per godere ancora del fresco e dello splendido panorama, appoggiandoti ad un tronco tagliato di quello che doveva essere un albero molto grande, li il sole arriva diretto e tu sollevi il viso per farti baciare in completo relax.
Intanto la brezza del bosco ha ricominciato ad accarezzarti dolcemente, il viso si inizia a scaldare sfiorato dal sole e il vento fresco si insinua lieve tra le pieghe dell’accappatoio.
Ti appoggi al tronco d’albero e sorpresa piacevolmente dalla sensazione che il vento ti genera apri leggermente la piega della spugna per farlo arrivare meglio.
Il pensiero della ricerca della gatta è ormai lontano, il sole e il vento hanno completamente rapito il tuo essere, ti stai gustando la piacevole sensazione del calore sul viso e del vento audace e fresco che inizia ad accarezzarti le cosce e più in alto fino scivolarti tra il solco del sedere incanalato tra i lembi dell’accappatoio, con movimenti quasi impercettibili inizi a scivolare con la schiena verso il basso cosi che le ginocchia si flettano sempre di più e automaticamente ampliano ancora l’apertura dell’accappatoio, la sensazione è piacevolmente eccitante, un tocco leggero e fresco che sfiora il tuo intimo è qualcosa di immateriale, sconosciuto e accattivante.
Quasi senza accorgertene ti ritrovi con la schiena che è completamente scivolata lungo il tronco fino a terra l’accappatoio è rimasto impigliato più e più volte nelle ruvidità del tronco salendo ma la cinta stretta in vita l’ha trattenuto, la testa reclinata indietro, gli occhi chiusi e le gambe che millimetro dopo millimetro si sono piegate e aperte, la bocca leggermente aperta e il respiro che da calmo e lieve è diventato via via più caldo e affannato.
Nonostante le carezze che ti sei donata durante il giorno, sotto il sole prima e nella doccia poi, il languore che si sta lentamente facendo strada attraverso le tue viscere non sembra affatto essersi calmato, anzi,
l’essere costretta ad imbrigliare le tue fantasie relegandole a fugaci immagini nella tua mente senza avere la possibilità di realizzarle, l’essere costretta a immaginare le sensazioni di un corpo caldo a contatto con il tuo, del suo sudore e sangue e muscoli che ti afferrano con forza e ti sollevano da terra usandoti a loro piacimento, tutte queste mancanze hanno accentuato la tuie sensibilità epidermica e il tuo desiderio che ora torna a farsi padrone delle tue carni.
Non ti sei neppure sfiorata, il vento e il sole sono riusciti a scatenare in te nuovamente i tuoi demoni sopiti e mentre godi delle loro quasi impercettibili carezze, involontariamente inizi a far scorrere la punta delle dita sul bordo dell’accappatoio che tiene rinchiusi i tuoi senti privandoli della dolce sensazione che sta già provando la pelle del tuo viso irradiata dal sole.
Dopo aver percorso varie volte su e giù il bordo morbido di spugna con i polpastrelli le dita iniziano ad insinuarsi leggermente sotto il tessuto coprendo con lenti passaggi ogni volta un lembo di pelle più vicino ai tuoi seni e i capezzoli che iniziano a premere contro la morbida parete di tessuto.
Ogni movimento che fai con le dita per entrare di più provoca un leggero movimento della spugna e una conseguente carezza sulla punta dei tuoi capezzoli,
la spugna da morbida che era, ora inizia a sembrarti piu ruvida e quasi graffiante, questa sensazione ti inebria, ti avvolge, riesci quasi a sentire ogni singolo filamento che urta contro la pelle dei tuoi capezzoli e quando uno di questi, magari sfilato, si aggancia ad un capezzolo “strozzandolo” il respiro quasi viene a mancarti.
Le tue mani si muovono lente e inesorabili alla ricerca del piacere più grande, del brandello di pelle più sensibile, ormai sono dentro la scollatura del tuo accappatoio e con un gesto quasi feroce afferri la pienezza e rotondità del tuo seno stringendolo con forza, non riesci ad eguagliare la stretta che vorresti,quella di una mano forte, ruvida, nodosa ma sai come muoverti sul tuo corpo e molata la presa passi il palmo della mano aperta sulla punta del capezzolo piegandolo e torcendolo un poco.
Ormai sei seduta a terra, l’accappatoio quasi completamente aperto ma stretto solo dalla cinta mostra le tue perfette cosce aperte e piegate, la tua mano destra è infilata nella scollatura mette in mostra un tuo seno mentre l’altro preme voglioso contro la spugna, le testa reclinata dietro, il sole che scalda la pelle esposta come fosse un faro da teatro e al centro della scena, circondata da fiori e alberi, tu, in tutta la tua femminilità e lussureggiante bellezza.
Quasi riesci a vedere il sole attraverso le palpebre chiuse mentre la voglia di sentirti riempita da qualcuno o qualcosa comincia a farsi irrefrenabile.
Con la mano sinistra inizi lentamente ad esplorare il terreno intorno a te, alla ricerca di una qualsiasi cosa che possa assomigliare ad un cazzo, una qualsiasi cosa possa allargarti la figa e farti godere.
Che sia un ramo o un piccolo tronco, un sasso levigato, qualcosa di ruvido, di grosso di forte, di duro…
Non riesci a trovare nulla di ciò che speravi ma le tue dita per un attimo urtano contro qualcosa di flessibile e dritto, ti ci soffermi tentando di comprendere con il solo tatto di cosa si tratti, una giovane pianta si erge eretta dal terreno, la senti liscia fino a dove non ci sono foglie .
Lo afferri con forza cercando di tirarla via dal terreno tirandolo via dal terreno ma ti scivola tra le mani e l’unica cosa che ottieni è aver strappato tutte le foglie che erano attaccate, ci riprovi mettendo più forza nella stretta e via… finalmente si spezza alla base e ti ritrovi in mano quello che potrebbe essere scambiato per il sottile ramo di una pianta.
Lo avvicini alla bocca per sentirlo e scopri che dove c’era le foglie che sono state strappate ora rimane una piccola escrescenza, un nodo.
Dopo averlo avvolto con la lingua pregustando il piacere che quelle ruvidità ti avrebbero dato inizi a scendere portandolo sul seno che ormai è completamente scoperto, e inizi a far scorrere il ramoscello in tutta la sua lunghezza sulla punta del capezzolo, come fosse l’archetto e il tuo corpo il violino vibrante.
Ogni volta che uno dei piccoli nodi graffia il capezzolo ti trovi costretta ad emettere un gemito, ti mordi le labbra per restare in silenzio e godere delle sensazioni che provi, ogni volta che il rametto passa avanti e indietro sul seno spingi sempre di più piegandolo, strusciandolo con maggiore forza, cambiando la direzione, la velocità.
Ma lo hai spinto e piegato troppo , la punta del ramo scivola via dal senso andando a colpire il tuo ventre, trasformando l’archetto in una piccola frusta…
Sobbalzi per il lieve dolore inatteso, ma ti scopri a volerne ancora… quindi inizi far oscillare il ramo a che la punta sottile possa arrivare flettendosi a colpire la tua pelle, piccole sferzate ti arrivano addosso, ritmiche, pungenti.
Un piacere inatteso ti pervade, quelle sferzate sono come piccoli morsi che arrivano sulla pelle, inizia farle salire e dalla pancia arrivi sull’aureola del seno e li il piacere ti subissa.
Ti inizi a colpire prima con la punta del rametto, poi scendi sempre di più verso la base, dove il legno è più duro e meno flessibile,
scopri anche l’altro seno e inizi a bersagliare anche questo con dei colpi secchi.. più o meno leggeri.
Orami sui seni inizia ad intravedersi il rossore dei colpi ricevuti, che diventano sempre più tesi e forti, ogni colpo ormai traccia quasi immediatamente un segno rosso sulla tua pelle e la tua mente vola a indicibili torture imposte da un immaginario carnefice.
La tua mente è ormai completamente soggiogata dal piacere quando i tuoi occhi vengono celati alla luce del sole, non ti rendi quasi conto della differenza per una frazione di secondo ma poi la tua pelle ti avverte che le carezze che il sole stava generosamente offrendo gli sono state negate, lentamente tenti di aprire gli occhi per capire che cosa sita succedendo intorno a te, davanti a te e per un attimo scorgi una sagoma scura che si staglia tra te e il sole.
Gli occhi leggermente aperti fanno fatica a riconoscere ciò che ti si para davanti ancora abituati alla forte luce che li colpiva ma sei completamente ubriaca di piacere e le tue mani che per un’stante si erano fermate ricominciano il loro lavoro schiave del demone che dentro ti possiede.
Inizi cosi a delineare la figura che ti si staglia davanti, è indubbiamente un uomo, riesci a scorgere controluce la linea delle sue spalle, la rotondità dei muscoli che delineano le braccia, è in piedi davanti a te e anche se non riesci ancora a vedere i suoi occhi con molta probabilità ti sta fissando.
Per un attimo il corpo si tende, l’eccitazione sale, è la realizzazione della tua fantasia sotto la doccia, non sai chi sia lo sconosciuto che ti si para davanti a nemmeno un metro di distanza, ma sei calda, eccitata fino all’inverosimile, con le gambe aperte, i seni esposti e rossi per i colpi che tu stessa gli hai inferto, le labbra gonfie di desiderio e la figa, il cui desiderio cola letteralmente lungo le cosce e che a contatto con le foglie secche che ti fanno da cuscino, è sporca di fango e foglie…
Gli occhi iniziano abituarsi alla luce e le palpebre , che prima erano socchiuse a mo di feritoia, iniziano ad aprirsi e l’immagine che hai davanti a definirsi.
Un uomo lo è sicuramente, indossa una canottiera bianca che lascia completamente scoperte le spalle e le possenti braccia, indossa un pantaloni mimetici in perfetto stile militare e appoggiata a terra vicino alle sue gambe una grossa ascia da taglio, in un attimo realizzi che i colpi che ti hanno incuriosito durante tutto l’arco della giornata erano provocati da lui nel bosco, una barba incolta delinea il suo viso e incornicia una bocca carnosa e perfetta, i capelli sono cortissimi e ti sorprendi a perderti nei suoi occhi di un azzurro intenso,
continui a scrutarlo fisso e lui fa lo stesso con te, mentre il tuo sguardo scende lungo la linea del suo ventre passando prima per le spalle imperlate di sudore, arrivando giu, giu al suo sesso che spinge violentemente contro i pantaloni.
E’ lo spettacolo che stavi sognando e tu sei lo spettacolo che lui ha sempre sognato.
Senza scomporti continuando a fissarlo negli occhi molli il ramoscello e con un sinuoso colpo di reni ti sollevi prima sulle ginocchia per poi ricadere in avanti accovacciandoti sotto di lui facendo si che la sua gamba si infili in mezzo alle tue cosce, la abbracci stringendola a te e premendo il tuo sesso contro la sua caviglia,
ti perdi per un attimo abbandonando il suo sguardo che continua a seguire i tuoi movimenti, quando scopri che sotto i pantaloni indossa degli anfibi e la sequenza sei suoi lacci urta contro il tuo sesso le cui labbra vengono graffiate dalla ruvidità dei suoi pantaloni,
il tuo seno preme contro la sua coscia e mentre continui a strofinarti contro di lui rialzi lo sguardo per cercare di ritrovare il suo.
Ti sta fissando ancora, i suoi occhi sono carichi di desiderio, di voglia e sorpresa, mentre dall’alto ti osserva abbracciata alla sua gamba, praticamente in ginocchio davanti a lui che usi il suo corpo come un perfetto strumento di piacere.
Il suo sguardo ti imprime una nuova voglia, non hai più bisogno di rami, tronchi o altro, hai un maschio davanti a te, sopra di te che ti osserva che ti desidera, che ti avrà.
Inizia muoverti sempre più velocemente, sei ormai seduta sulle tue stesse ginocchia e il suo anfibio preme contro il tuo sesso fradicio,con le braccia ti tieni e premi sempre più forte contro il suo corpo, la testa reclinata indietro, il viso rivolto verso l’alto a carpire ogni sua espressione a cibarsi della sua eccitazione,
in un movimento che compi la tua faccia si ritrova a pochi millimetri dalla patta sei suoi pantaloni e non puoi sottrarti al desiderio di appoggiarci il viso e iniziare ad accarezzarlo con le guance, la bocca che si apre per riuscire ad accogliere il rigonfiamento dei pantaloni, a morderlo per sentire la bocca piena del suo cazzo forte e teso.
Non resisti praticamente più, molli la presa della sua gamba e spingendoti contro la sua scarpa con entrambe le mani ti lanci sulla sua cinta, i suoi pantaloni, il suo sesso, i movimenti sono frenetici, veloci, scoordinati,
segue sempre i tuoi movimenti con lo sguardo, un leggero sorriso gli si disegna sul volto, una sorta di nullaosta a ciò che stai facendo e questo ti allevia il cuore, lo senti complice della istintiva e lucida follia che ti sta pervadendo e l’attimo di spazientimento che stavi vivendo per la difficoltà a togliergli la cinta scompare.
Finalmente ci riesci, afferri i due lembi della patta e li tiri uno lontano dall’altro facendo uscire tutti i bottoni dalle rispettive asole in un sol colpo,
il suo odore ti arriva dritta nel cervello.
La vista quasi ti si annebbia per l’eccitazione quando strattoni la sua biancheria intima e lo vedi svettare rigido davanti al tuo viso… finalmente il cazzo.
Duro, teso, forte, splendidamente lucido nella sua erezione, ti ci lanci contro strofinandoci il viso con forza a che il suo odore ti rimanga impresso sulla carne mentre le tue labbra ormai secche dal desiderio tornano a bagnarsi della tua saliva che inizia a generarsi copiosa in attesa di riceverlo in bocca, nell’attesa di poterlo finalmente assaggiare, succhiare leccare nella sua assoluta durezza.
Lo afferri con un mano stringendolo forte, la sensazione di potere e di possesso che questo gesto ti suscita è indescrivibile, stai per portarlo alla bocca quando senti la sua mano che ti afferra i capelli ancora umidi.
Dapprima ti scosta leggermente poi ti rendi conto che sta semplicemente offrendoti tutto se stesso, l’altra sua mano lo prende dalla base avvolgendolo forte insieme alla tua mano e te lo porta ad un millimetro dalle labbra.
Di getto la ampri ma quando ti accorgi di non riuscire ad arrivarci ancora tiri fuori la lingua per poterlo almeno leccare, non appena la punta è stata tutta ben leccata lamano che ti stringeva i capelli inizia lentamente a portarti verso di lui e la tua bocca ne è piena.
Lo ingoi voracemente, con passione e un gusto innato, vorresti fartelo arrivare fino in gola, farti riempire completamente passando dalla bocca. Ma ormai hai perso il controllo, il gioco che prima conducevi non ti appartiene più.
Ti solleva con decisione tirandoti per i capelli, il tuo sguardo non riesce a staccarsi dalla sua verga tesa che vedi allontanarsi dalla tua bocca, sollevi la testa con lo sguardo lievemente interrogativo ma non hai il tempo di incontrare il suo viso, con un rapido movimento delle braccia ti strappa via di dosso la cinta dell’accappatoio mentre l’altra mano si insinua velocemente sotto di esso a raggiungere il tuo sesso grondante.
Hai uno spasmo quando le sue dita nodose si insinuano dentro di te aprendoti,
un fremito ti pervade, una scossa violenta e le tue gambe iniziano a tremare sotto il peso stesso del tuo corpo, hai il tuo primo orgasmo in quel preciso momento.
Ti lasci andare nelle sue braccia ma che ti accolgono calde e forti, ti senti letteralmente sollevata da terra e in una frazione di secondo ti ritrovi girata con il sedere completamente scoperto, allunghi le mani in avanti cercando di sorreggerti a qualcosa ma sei totalmente sollevata da terra, il tuo corpo è senza peso.
Ti riabbassa con sicurezza facendo si che il tuo petto vada a poggiare su quel fusto di albero tagliato che è stato il tuo primo appoggio in quest’avventura nel bosco, il legno graffia inesorabilmente il tuoi capezzoli resi sensibili dalle scudisciate che ti sei inferta e dall’eccitazione.
L’accappatoio che è ricaduto a coprirti viene definitivamente strappato via, appoggi entrambe le mani sul tronco per sorreggerti e perche sai che tra poco verrai montata, aperta… sei ansimante, pronta a riceverlo e a sostenere i colpi che tra un attimo ti renderanno felice.
Vuoi sentire il suo ventre contro il tuo sedere, il suo cazzo che bollente apre le tue carni, vuoi sentirlo scivolare dentro e riempirti,
senti le sue dita tornare ad aprirti, a esplorare la tua figa, ti piacciono, sono dure, nodose, forti, le mani che hai sempre sognato appartenere all’uomo che dovrà prenderti.
Ma non ce la fai ormai più, nonostante l’orgasmo appena provato il desiderio di sentire il suo cazzo dentro di te è ormai ingestibile,giri per un’attimo la testa verso di lui a che capisca che lo desideri oltre ogni cosa, desideri essere riempita più di ogni altra cosa al mondo.
Mentre ti volti e lo vedi senti il suo rabbioso ruggito, con una mano ha afferrato il tuo fianco mentre l’altra arriva alla sua bocca e vedi un’abbondante fiotto di saliva colargli dalle dita, non fai in tempo a realizzare cosa stia per accadere che immediatamente senti la punta del suo membro teso appoggiarsi contro il tuo culo e un rigolo di calda saliva scendere tra le tue natiche,
vorresti dirgli di aspettare, di fare piano, di lasciarti il tempo per accoglierlo ma è troppo tardi, con un secco colpo di reni il suo cazzo sconquassa le tue viscere.
Un a sola frazione di secondo di dolore lancinante e poi il calore del suo ventre piatto contro le tue natiche ti fa dimenticare il dolore appena provato, ed è dentro di te tutto.
La mano che ha usato per bagnarsi ora scorre lungo la tua schiena tirandoti verso di lui, la sensazione di pienezza che provi in questo momento è indicibile, lo accogli, lo avvolgi, ti scopri a spingere il sedere verso di lui per sentirlo tutto, fino in fondo, dentro, mentre l’altra mano che ti afferrava per il fianco è scesa sotto la tua pancia e arrivata alla tua figa inizia ad accarezzarla e aprirla con forza.
Riporti la testa in avanti abbandonandoti completamente, il tuo sedere inerme e aperto non oppone più resistenza lasciando che quel palo di carne scivoli liberamente dentro di te.
Senti forti i colpi dei suoi reni e i suoi ruggiti ogni volta che affonda la sua verga dura nelle tue carni, ti sorprendi a incitarlo a volerlo ancora più forte a volerlo sempre più dentro.
“ ti prego, ti prego fammelo sentire tutto, lo voglio tutto dentro, tuttoo” urli; a quelle parole i colpi si fanno più violenti, più profondi più decisi…
Ormai il viso è appoggiato contro il tronco, i seni dondolano strisciando i capezzoli contro la corteccia ruvida, ormai quasi sanguinano ma non provi alcun dolore, solo un infinito calore che sta di nuovo germogliando nel tuo ventre.
La bocca leggermente aperta lascia scivolare fuori gemiti e sospiro oltre ad un rigolo di saliva che scende sul lato delle labbra, sei bellissima, hai perso ormai ogni pudore, ogni morale,ti senti una cagna troppo a lungo segregata durante il calore che finalmente può dare sfogo a tutta la sua bestialità.
Le sue dita sono ormai nella tua figa aperta, piena anch’essa del tuo maschio, non rimpiangi il suo cazzo che sta scivolando nel tuo culo aprendolo e riempiendolo, sei piena ovunque, vorresti non finisse mai… mai.
“spaccamelo, spaccamelo ti prego, non ti fermare, spaccamii” urli perdendo completamente il controllo, e in questo delirio di sensi non ti accorgi di nulla…
Non ti accorgi che non siete più soli, le tue urla hanno incuriosito il tuo vicino che è tornato a casa e che da qualche minuto non molto distante da voi segue l’evolversi della scena. Si avvicina a tua insaputa e complice di colui che sta inculandoti con forza, si tir fuori il cazzo e te lo passa su una guancia e sulle labbra a raccogliere quel rigolo di saliva che continua a colare dalla tua bocca.
Non ti sollevi nemmeno per sapere chi sia, non ti interessa, quando apri gli occhi e vedi la punta del suo cazzo teso e duro pararsi di fronte al tuo viso. Apri immediatamente la bocca per accoglierlo, per succhiarlo con gusto.
Le tue labbra scorrono calde e morbide sulla sua verga fino in gola, mentre l’altro che sta dietro di te ricomincia a riempirti il culo e la figa.
Non ti domandi cosa stia succedendo, non sai più dove sei, cosa stai facendo, chi sei…
Sei solo una femmina che sta godendo di tutti i maschi che la sorte gli ha messo a disposizione in quel momento,
succhi, lecchi, pompi con forza il palo che ti sta riempiendo la bocca e lasci che altre verghe e dita riempiano il resto di te.
Ora sei veramente e completamente piena, nessun’altra azione che compirai nella tua vita potrà mai darti questa sensazione.
Allunghi le mani in avanti e afferri il sedere dell’uomo che stai succhiando per spingerlo ancora più dentro, per dargli tu il tempo di quel sontuoso pompino che gli stai facendo.
E’ ormai l’estasi, senti distintamente i cazzi che ti stanno riempiendo pulsare bollenti per il sopraggiungere del piacere, anche il tuo sta per arrivare spinto dall’idea di riuscire a esplodere all’unisono, all’idea di quei fiotti di piacere liquido che riempiranno tutto il tuo essere…
E avviene finalmente…
Il tuo boscaiolo lancia un urlo che poso ha di umano mentre lascia la tua figa e afferra con forza i tuoi fianchi per tirarti a lui e restandoti dentro ti inonda di lava bollente, senti distintamente ogni getto nelle tue viscere, ogni pulsazione della sua verga gonfiarsi dentro ti te, ma nel tirarti a lui ti stacca dal tuo vicino che proprio in quel momento schizza copiosi getti di piacere sul tuo viso, apri la bocca nel tentativo di raccoglierli tutti ma è impossibile, troppo violenti, troppo abbondanti e troppo il piacere di sentirti schizzare in faccia.
Anche tu vieni insieme a loro, i loro piaceri e i loro grugniti sono l’ultima spinta verso il tuo orgasmo definitivo, violento, celestiale e dannato.
…
Il buio,
senti che nulla potrà essere più luminoso di quello che hai provato e toccato in quella frazione di secondo durata un’era e già passata.. non hai più foze, non hai più corpo, non sei più nulla dim materiale…energia pura, piacere puro, una scossa, una vibrazione che si spande e si perde nell’universo fino a raggiungerne i confini.
Non sai quanto tempo è passato da quell’attimo a quando ti risvegli nel tuo letto, coperta da fresche lenzuola e la tua gatta nera che ti dorme a fianco… mentre ti scrolli di dosso il sonno che ovatta i tuoi pensieri si fa strada il dubbio che possa essere stato solo un sogno, un bellissimo, inebriante, violento sogno..
fai per tirarti su e appoggi le mani sul letto per guardarti intorno e riordinare il caos di idee e ipotesi che vorticano in testa, urti qualcosa con le dita, nascosta sotto le lenzuola la tuo fianco….
… e ti ritrovi in mano quello che potrebbe essere scambiato per il sottile ramo di una pianta.